BERLUSCONI E IL PARTITO DEMOCRATICO PRIVATIZZANO ANCHE L’ACQUA

Dalla rete arriva un grido d’allarme: "Il Governo ha privatizzato l’acqua" e sembra che sia di questi giorni la decisione di sancire qualche infelice norma in merito. In effetti il Parlamento (DOVE NON SONO PIU’ PRESENTI I VERDI) ha votato il 5 agosto 2008 l’articolo 23 bis del Decreto Legge numero 112, con il quale scatta la privatizzazione dell’acqua.
L’unico ad accorgersene è stato Padre Alex Zanotelli che in una lettera inviata a Beppe Grillo aveva denunciato il blitz del Governo.
Perché passò inosservata l’articolo? Perché si parla di blitz? Vediamo di ripercorrere le tappe.
Il 25 giungo fu approvato il Decreto Legge 112 del Ministro Tremonti. In quel decreto all’articolo 23 si parla di contratti di apprendistato, e subito dopo c’era l’articolo 24. Non c’era traccia alcuna dell’articolo 23bis.


Tale decreto viene trasformato in Legge (Legge 6 agosto 2008, n. 133 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria") il 5 agosto 2008 e fra l’articolo 23 e 24 spunta l’articolo 23 bis che titola "Servizi pubblici locali di rilevanza economica"
L’articolo veniva votato con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta.More…
Ed ecco cosa recita il primo comma dell’articolo 23 bis: "Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonché di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili".
La mercificazione dell’acqua è così compiuta.
Per il governo Berlusconi l’acqua non è più un bene pubblico, ma una merce e come tale sarà gestita da multinazionali internazionali, le stesse che già possiedono le acque minerali.
Va da sé che far gestire i servizi idrici ai privati significa andare incontro ad aumenti improvvisi delle bollette, a contenziosi e a disagi paradossali.
Un problema di così grande rilevanza come l’ipotesi di privatizzazione dell’acqua non può avvenire senza un dibattito parlamentare e in assenza di dibattito pubblico.
Quando si parla di acqua si parla di falde, si parla di territorio: ambiti che non possono essere affidati a privati.
Le esperienze di gestione privata del sistema idrico sono state fallimentari. I cittadini oltre a non ricevere servizi efficienti, perché spesso costretti a stare senz’acqua o, peggio a utilizzare acqua inquinata, si ritrovano a pagare ai privati bollette sempre più esose. Oltre il danno anche la beffa.
Sarebbe bastato valutare questo per evitare una scelta così irresponsabile da parte sia della maggioranza di governo sia dell’opposizione che sulla privatizzazione dell’acqua si sono trovate unite in un unico afflato.


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