Venticinqueaprile – Liberi, in Azione e in piena Autonomia


Nonostante tutto e oltre ogni critica, volando alto.


Il 19 dicembre del 2005 il sindaco Borri (dopo numerosi tentativi) ha sgomberato un edificio (ancora inutilizzato) certamente non un idea. Una idea “forte”. Una idea che parla di libertà e di giustizia sociale.  Una idea che informa una radicalità di pratiche e l’ irriducibilità di una politica.

Sarà forse per questo che nonostante l’oggettiva difficoltà data dalla mancanza di spazi fisici che comprime e non poco le nostre capacità di produttività sociale sempre più organizzazioni e singoli aderiscono al nostro network.

Nonostante  l’intimidazione palese dell’identificazione poliziesca dei militanti che partecipavano alla nostra manifestazione anche questo 25 aprile ha visto una partecipazione massiccia, forte nei contenuti, non riducibile nelle pratiche.  Non abbiamo dimenticato il migrante partigiano Petrovic scappato dai lager fascisti e morto per la nostra libertà. Come non dimentichiamo tutti gli esseri umani rinchiusi OGGI nei lager di stato e che a centinaia OGGI muoiono nei nostri cantieri e nelle nostre fabbriche.

E a chi ci critica per non essere stati presenti  al probabilmente discutibile intervento del sindaco Baldelli durante le celebrazioni ufficiali del 25 aprile vorremo dire  che  il nostro corteo è stato ritardato dalla presenza delle (cosi dette) forze dell’ordine ma non solo. Vogliamo ribadire il senso della nostra presenza a quella manifestazione incentrato su una autonomia che non è sensibile ai cambi di casacca delle amministrazioni.  Vorremo far notare che se Baldelli ha dimenticato la violenza delle bande fasciste e del contributo di sangue versato dai guerriglieri comunisti delle brigate Garibaldi e dei Gap,  anche i discorsi retorici e assolutamente decontestualizzati  del sindaco Borri certamente non ci entusiasmavano.  Del resto anche il più bel discorso si sarebbe infranto  con la crudezza  di pratiche che hanno portato 11 compagni  per tre anni dentro le aule di un tribunale.  Colpevoli  di essere presenti a tutte le vertenze, di essere autonomi nelle scelte e irriducibilmente democratici.   Questo tempo ci impone di essere sabotatori . Oggi al decreto Ronchi che privatizza l’acqua, come 66 anni alla diga di Bellisio. Questo tempo ci impone pratiche radicali di riappropriazione a cominciare da uno dei 25 spazi pubblici inutilizzati e lasciati criminalmente marcire.

Non è questo il tempo delle ammucchiate, di fantomatici CLN ne di archi costituzionali.  Non saremo mai burattini dell’usa e getta.   Abbiamo memoria lunga e sappiamo che i campi di concentramento per i migranti portano la firma di Turco e di Napolitano, che il processo di precarizzazione selvaggia è stato iniziato dal un ministro che si chiamava Treu  come ricordiamo bene il lavoro del giovane giudice Violante nell’aprile del 1979. Ma siamo laici e battiamo QUESTO  tempo. Per questo siamo aperti  alla condivisioni di politiche, nel rispetto della nostra autonomia, della dignità e sempre orientate alla partecipazione.  L’acqua potrebbe essere un terreno politicamente interessante.

Salutiamo i compagni di “territorio mondo”  che entrano nel network e che si occupano (anche ma non solo) di quella che chiamano disabilità ampliando cosi il nostro spettro d’azione.

Abbiamo memoria di elefante, non scordiamo e non perdoniamo. Niente.

Spazio Pubblico Autogestito Squola

25 APRILE 2O10 SQUOLA

25 APRILE 2O10 SQUOLA

25 APRILE 2O10 SQUOLA


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