LETTERA APERTA A FRANCO BOMPANI

Leggiamo con amarezza, ma senza stupore, le minacce che hai ricevuto. Non siamo moralisti e pensiamo che la non-violenza non sia una religione, ma una delle possibili pratiche della politica.

125298-DSCF9706.JPGNon per questo non guardiamo con preoccupato interesse la cifra dello scadimento e imbarbarimento della discussione politica cittadina. Dalla repressione (la scandalosa denuncia per “rapina aggravata, scasso e occupazione” per esseri umani rei di aver organizzato una festa per
bambini e una assemblea, sono storie di una giunta fa) al ricorso sistematico alla denuncia e alla magistratura, fino al salto di qualità rappresentato dalla minaccia fisica personale, di natura fascio mafiosa.

Premesso che, ad una valutazione oggettiva, il livello reale della minaccia, tenuto conto della provenienza, è prossimo allo zero, crediamo che sia comunque una situazione fastidiosa . Chi te lo scrive conosce l’esperienza in prima persona e con il tempo abbiamo imparato a temere
più squadristi e usurai pubblici che i “toto  riina in camicia nera”.

In termini generali riflettiamo su sul paradigma rappresentato dall’episodio quale misura dello stato attuale dei rapporti. Noi pensiamo che la risposta non può che essere politica nella sua forma
meno delegata, digitale e invece sempre più concretamente partecipata possibile. E’ quel “qualcosa che abbiamo in Comune” a cui spesso ci appelliamo. A questo “astensionismo dell’intelligenza” a questa “diserzione della ragione” rispondiamo con la politica. La nostra proposta è sempre quella di re-iniziare a ragionare sul “comune” in maniera innovativa e senza schemi, al di fuori di urgenze elettorali, compostando in maniera definitiva steccati, loghi, brand e stemmi ormai niente altro che residui fossili della rappresentanza.
Siamo a disposizione.
Crediamo sia il modo più concreto di esprimere solidarietà, che è rivolta ben prima del “mi piace”

Spazio Pubblico Autogestito Squola

Il sociale ha un suo centro


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