IV NOVEMBRE NIENTE DA FESTEGGIARE

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Ancora una volta siamo a ricordare una data, il 4 novembre, il cui significato è molteplice e che ricorda la fine di uno dei più grandi massacri della storia dell’umanità.Oltre 600 mila giovani e meno giovani, partiti dalle campagne e dalle città italiane, persero la vita in quel gigantesco macello che fu la prima guerra mondiale.

Una guerra, tra l’altro, d’aggressione da parte dell’Italia.Da allora i potenti, non soddisfatti, ci hanno fatto vivere ben pochi periodi di pace e a farne le spese sono state come al solito le popolazioni di vari stati, le classi subalterne, prima sfruttate nel duro lavoro dei campi e delle fabbriche e poi macellate sui campi di battaglia

Ancora una volta siamo qui a chiederci: a chi serve, a che serve la guerra? Sicuramente non al popolo, non alle future generazioni, non al progresso dell’umanità. Eppure oggi festeggiamo le ‘Forze Armate’ (armate perché, armate da chi e contro chi?). Ancora oggi uomini in armi occupano territori lontani in nome di una pace che sia fatta a immagine e somiglianza del capitalismo, in un perenne conflitto tra chi esporta forzatamente modelli di sviluppo e i cosiddetti barbari

Per fortuna oggi si ha la possibilità di sapere, di informarsi, di leggere e di conoscere, magari anche di porsi delle domande sulla giustezza o meno delle motivazioni che portano ai conflitti. Per chi vuole la guerra, per chi ci fa sopra profitti lucrosi fabbricando e vendendo armi, questo è un problema.

E allora la guerra assume un aspetto diverso, diviene controllo esasperato, tutto rivolto all’interno delle nazioni, viene portata come valore persino nelle scuole; la propaganda alza i toni, poco importa se distribuisce verità o menzogne, essa promette e continua a promettere (benessere, posti di lavoro, futuro radioso).

Ancora oggi ci dicono che invece di costruire case, parchi, dare servizi e reddito dobbiamo costruire aerei e navi, carri armati e cannoni. E allora noi vi chiediamo: pensate veramente che spendere soldi (soldi di tutti noi) per costruire strumenti di morte e addestrare soldati abbia più senso che spendere invece per creare progetti per un futuro diverso?

Contro le politiche del riarmo e le fabbriche della morte. 
Per la convivenza e la solidarietà tra i popoli.

Per il rientro immediato delle missioni militari all’estero.

Per il reddito e garanzia di vita dignitosa per tutti/e.

 Anpi Valcesano


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