“Non basta mandare gli sbirri con i cani: è la logica stessa del sistema a produrre Criminali”
In un’analisi materialista del momento storico attuale, se la Crisi rappresenta lo strumento più efficace di cui il sistema capitalistico dispone per ristrutturarsi velocemente in maniera drastica, la Paura si configura come il dispositivo di controllo delle reazioni della popolazione al peggioramento delle condizioni di vita conseguente alla Crisi.
E’ la Paura (sociale e diffusa) che l’apparato neoliberale utilizza al fine di canalizzare il malessere generalizzato prodotto dal depauperamento. E’ attraverso la Paura che diritti sociali e libertà civili vengono compresse con il benestare della popolazione, come nel caso delle riforme del diritto del lavoro e della legislazione che istituisce i Centri per migranti. Ed è sempre la Paura, dalla Strategia della Tensione a Genova 2001 alla repressione di piazza in occasione di manifestazioni nel corso di questi ultimi anni, che inertizza le spinte ad un cambiamento sociale e politico nella direzione di una ridefinizione degli assetti di potere in senso maggiormente egualitario e di una più equa redistribuzione delle risorse.
Il sistema mediatico, attraverso una capillare produzione di notizie allarmistiche, siano esse focalizzate sul supposto aumento della criminalità o legate al fenomeno delle migrazioni, è elemento essenziale del meccanismo.
Se il disorientamento sociale prodotto dall’ impoverimento diffuso diventa rabbia sociale, questa, attraverso il dispositivo della Paura, produce un’invocazione diffusa ad un’involuzione democratica vista come “male necessario” al contenimento dello “stato di natura” criminale e fuori controllo. Il riverbero locale del conflitto planetario in atto per il controllo delle risorse strategiche, quello che i media chiamano “terrorismo”, completa il quadro dell’insicurezza supposta. Militarizzazione sistematica del territorio, controllo dei media, produzione di meccanismi giuridici emergenziali, vengono sbandierati, dal polifonico coro della politica, come strumento risolutivo e ultimo della Crisi e intercettazioni, telecamere, asfissianti controlli polizieschi vengono accolti con sollievo come strumenti di protezione, anziché come strumenti di repressione,
Mentre si erode la sfera dei diritti così come l’abbiamo conosciuta, si produce, di risulta, anche
il “business della Paura”: armi, milizie private, telecontrolli, recinzioni e muri. Sempre più cospicue frazioni di ricchezza prodotta vengono dirottate verso il comparto della “sicurezza”: polizie, eserciti ed armi. Un’intera elite politica vive e prospera producendo Paura e cavalcando le ondate populistiche più becere.
Noi, da sempre “radicali”, tesi a disvelare la radice del problema, affermiamo che ciò che è necessario per riconquistare condizioni di vita migliori è sovvertire il meccanismo che produce la Crisi, e non accettare di vivere sotto il controllo orwelliano delle telecamere su un territorio sempre più militarizzato.
In uno stato dove il 9% degli abitanti possiede il 50% delle ricchezze e il 20% versa in uno stato di povertà assoluta la sicurezza non viene garantita dal controllo e dalla repressione, ma dalla redistribuzione delle risorse. In sostanza una Rivoluzione.
Solo la Liberazione dal bisogno può produrre un clima sereno dove paura, recinti e armi siano strumenti superati e la Democrazia possa trovare il suo senso più compiuto e profondo e non si limiti al vuoto gesto del lancio di una scheda in un’urna durante i “carnevali elettorali”.
Reddito per Tutti – Lavorare meno – produrre il necessario e Ridistribuire Tutto
Buon 25 aprile a tutte e tutti
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