CAVE = LAVORO??

Comunicato di risposta all’articolo
"Le cave porteranno nuovi posti di lavoro" apparso sul Corriere
Adriatico il 6.9.08


In riferimento all’articolo apparso sul Corriere
Adriatico del 6.9.08 (Giombini: la cava darà nuovi posti di lavoro)
teniamo a precisare



– le attività estrattive di superficie sono
tra le attività produttive a più bassa intensità di manodopera e questa
non è una novità;



– anche se sarebbe discutibile parlare di
sviluppi edilizi in un area che conosce una crescita demografica negativa
(speculazione?) teniamo a precisare che il materiale escavato dopo una
prima lavorazione in realtà finisce sul mercato. Stesso luogo simbolico-fisico
dove nella realtà si acquista il materiale inerte. E nel "mercato"
non è da escludere che costi meno il prodotto proveniente dall’est Europa
o dal Magreb. In buona sostanza per chi deve comperare un metro cubo di
inerte a Pergola fa veramente poca differenza se tutta la zona più a sud
di Bellisio sia trasformata in un cratere o meno;


– risorse comunali: teniamo a precisare che
con le recenti modifiche alla Legge Regionale sulle attività estrattive
le "royalites" pagate dai cavatori finiscono alla Regione che
poi ne riconosce una parte ai comuni. In genere ben misera cosa. A tale
proposito è interessante citare un vicino caso di comune che con le tasse
pagate dai cavatori ha acquistato delle fioriere finalizzate a mascherare
i crateri visibili dalla piazza principale della città (a detta dell’amministrazione
a vocazione turistica). Sempre riguardo alle risorse: giustificare un tale
disastro ambientale per i pochi metri cubi di inerte che contrattualmente
i cavatori devono al comune è come giustificare la diga di Assuan per dissetare
10 cammelli.  Da studi di tecnici del settore, già prima della modifica
del regime fiscale che attribuisce alla regione in via principale i proventi
della tassazioni sulle cave, il versato non bastava nemmeno coprire i costi
prodotti.



– "realizzare circonvallazioni utili
a togliere il traffico pesante dai centri storici". Se consideriamo
che in tempi storici il traffico pesante era da e per il distretto industriale
fabrianese e che lo stesso è oggi in una fase irreversibile di declino
tanto che proprio oggi le parti sociali e gli enti stanno discutendone
l’eutanasia sociale (mobilità e altri ammortizzatori) ci chiediamo di quali
importanti flussi di traffico pesante debbano attraversare la valle..se
non quelli stessi prodotti dai cavatori.



– "compatibilità ambientale" L’attività
di cavazione è l’antitesi stessa della compatibilità ambientale. Irreversibile
per l’ambiente i danni che produce a flora, fauna, paesaggio, alla circolazione
delle acque fino ad arrivare alle modificazioni microclimatiche.



Senza arrivare alla lapidarietà delle dichiarazioni
di un ex consulente del precedente governo sulle attività estrattive ("Il
Sole 24  re – 13.12.06 a firma di R.Galullo ..curatore del blog del
giornale a titolo.."guardie e ladri..") "..le cave sono
il primo anello del circuito economico criminale: dalle cave esce oro sotto
forma di materiali..e rientra sotto forma di rifiuti"..Chiaiano docet.
Se consideriamo le frequenti visite degli organismi inquirenti e della
magistratura (e conseguenti fermi alla produzione e multe, che hanno interessato
sia la Buzzi Unicem che l’ecomostro messo in piedi da una ditta cittadina
nella sponda sassoferratese del Cesano), il blocco (speriamo non momentaneo)
della cava di Coldorso, i risvolti dei rifiuti tossici nella cava di Carrara
di Fano, crediamo che una attenta analisi sia il minimo richiesto ad un
politico navigato e accorto.



Anni di presenza nel nostro territorio di
attività estrattive ci hanno dimostrato l’impossibilità di monitoraggi
adeguati e la non curanza da parte degli organi preposti di un controllo
sull’operato e sulla gestione delle coltivazioni di cave, e forse potremo
spingerci più avanti: è sempre esistita nel nostro territorio una manifesta
volontà di non monitorare adeguatamente i controlli….



Su una cosa siamo in sintonia con Giombini:
quando afferma che l’ambiente deve rappresentare una risorsa. Ci spingiamo
ancora oltre: la nostra principale risorsa! Ed è per questo che faremo
di tutto per difenderlo e valorizzarlo. Cominciando a sensibilizzare l’amministrazione
all’adesione al comitato per il Parco Nazionale del Catria, Nerone e Alpe
della Luna.



Di tutto questo e della tutela collettiva
anche dei beni privati, come una azione comune in difesa del valore degli
immobili (che potrebbe scendere vistosamente a causa della presenza delle
cave) si parlerà in una pubblica assemblea che convocheremo entro il mese
a Bellisio.


COMITATO NOCAVE BELLISIO


SQUOLA SPA


Gruppo Amici della Montagna Valcesano ONLUS


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