Nani e OdaLosche ballano sulle ceneri dell’Impero

C’è qualcosa che non mi torna. Più che un qualcosa.  Scopro a 3 mesi dalle elezioni amministrative cose che solo due settimane fa non avrei neanche immaginato.  La deriva del regime borriano riserva sorprese inquietanti .  Per quattro anni abbiamo agito il palcoscenico del teatrino della politica locale praticamente come monologhisti. In scena un coretto starnazzante di una opposizione virtuale e in platea la “grande politica” seduta silenziosa, tutt’ al più mormorante.  In alto, a tuonare stronzate (prima tra tutte, la più grande: legalità!), sul palco imperiale il Sultano del Borristan, i suoi ascari e le sue sfigate odalische (oda-losche?).  La commedia che abbiamo rappresentato, tutta basata su ideali e democrazia,  potrà non piacere per trama e recitazione (magari obsoleta) , non ci si venga a dire che non fosse onesta e la trama piena di ritmo e colpi di scena.  Ma nel silenzio tipico delle dittature si sentiva solo il tuono del sultano: “legalità!  polizia! viale del tramonto Porti&aereoporti&autostrade!” , e una corte, come tutti gli autocrati, compiacente e politicamente nulla.  Assemblee, riunioni, presidi, iniziative comunicative, fino ad organizzare un corteo. Abbiamo portato senatori e assessori regionali a perorare le nostre cause.  La politica cittadina taceva.  “Sussurri” e dal Palazzo “grida”.

Silenzio. Silenzio nel Palazzo, indifferenza dei “compagni”, la sinistra spiritica locale.  L’iperpresenza  dei primi anni di nascita del collettivo, del tovarish Zaja, si è sostituita con la totale assenza. Nei movimenti locali, nella politica. Solo Binotti, l’indipendente, ha continuato la sua decennale opera di presidio dei banchi consiliari, nel suo splendido isolamento.  Inesistenti, nulli. In perfetta sintonia con la deflagrazione della sinistra istituzionale. Tranne favolose alzate d’ingegno tipo il firmare, in un fiorire di stemmini e bandiere (circa 1,7 per ogni elettore), gran documenti di solidarietà, per la feroce aggressione subita dal sindaco rappresentata da una ventina di adesivi con la scritta “vota Borri – La Cava della Libertà”.
Manco una riga per i compagni che venivano diffidati, sgomberati e denunciati, gran manifesti di solidarietà con il Sultano sottoposto  alla feroce violenza squadristica NoGlobal  
La più strutturata e incisiva organizzazione sociale che la valle abbia mai visto (in cui i finto politici locali si accalcavano fino all’ultimo giorno: Caprini) viene sgomberata, i materiali sequestrati, una odiosa divisione effettuata tra le associazioni  (le “buone” a Pantana per intercessione dell’ascarissimo Giovanni Conti, le cattive, noi niente,  per i Micologici dell’ex segretario di AN l’esilio a Montesecco), ma l’unico rumore che abbiamo conosciuto è quello del vuoto.  Tutto il materiale ha subito un sequestro , una biblioteca popolare praticante distrutta, ma la nostra è stata voce di uno che grida nel deserto.
Dove erano i  “sinceri democratici”  quando venivamo denunciati in massa per tre volte??  (solo una volta siamo arrivati a
giudizio…e in tribunale abbiamo comunque vinto).  Gente che, in epoca di caccia elettorale, è pronta a incatenarsi in una pianta per salvarla dalle motoseghe del cattivone di Pantana, per l’intera legislatura a votato o sopportato di tutto.  Ampliamenti alla cava Buzzi Unciem,  impianti industriali nocivi (dalla produzione di pellet alla verniciazione industriale), impianti eolici speculativi. Sempre in tema di salvaguardia piante non abbiamo visto gli invocati “presidi democratici” per la decina di ettari  di faggi,  roverelle e acacie rasati a zero sulle pendici  occidentali del Monte Ortelle (Bellisio).  Non voglio pensare che ad acuire la sensibilità civile e ambientale dei “compagni” sia stato il periodo elettorale. Mettiamola cosi: sono molto sensibili ai destini dei pini marittimi del resto non gli frega niente.
Sultan Borri deve gran parte delle proprie attuali sfighe politiche alle razionalizzazioni amministrative.  Se è vero che la blindatura assoluta della sua giunta venne scalfita dai voti contrari della sua sinistra (???!!??) nel marzo 06 in occasione del voto sull’ampliamento della cava Buzzi Unicem, i delirio dei ribelli si è scatenato a seguito della chiusura della Comunità Montana.   Sono i segreti di pulcinella ormai sputtanati su decine di  manifesti 100 per 70 affissi (a spese dei contribuenti..) dalla Giunta cittadina.  La vera motivazione politica della dipartenza  dei “rebeldi” trova origine nel non essere stati riciclati
nella giunta comunale dopo aver perso il cadreghino in comunità montana. 
In questo quadro sconsolante l’unico gesto politico (nel senso più alto del termine) è stato fatto a spray, dalla solita mano amica,  all’incrocio principale di Pergola. Una enorme scritta, in rosso: VERGOGNATEVI TUTTI!! La giunta e la sua opposizione      
viale del tramonto


Altro che antipolitica…

(A)ccaCiElle

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