SAN LORENZO – CONSIGLIO COMUNALE SULL’ACQUA PUBBLICA: OCCASIONE PERSA

NON E’ PIU’ TEMPO DI ASTENSIONI
In consiglio comunale a San Lorenzo, venerdì 27 novembre, si è persa una ottima occasione. Occasione persa non solo per  l’organo rappresentativo comunale, ma l’intera società civile della vallata cesanense. Questi duri tempi di crisi impongono scelte, anche severe, che vanno oltre l’enunciazione collettiva di grandi principi universali. Sono tempi questi che impongono scelte politiche ambiziose, lungimiranti, ma soprattutto stringenti ed impegnative.
La recente conferma del decreto Ronchi da parte del parlamento, che impone la privatizzazione delle acque pubbliche, è, prima ancora di un obbrobrio costituzionale, figlia di una grave ed irreversibile crisi di tutto l’apparato rappresentativo. Un assise legislativa decisa a tavolino, prima delle elezioni, in sedi di partito che sempre più spesso assomigliano a comitati d’affari (quando non a cosche mafiose..) impone agli enti locali la vendita dell’inalienabile acqua, per compiacere alla grandi multinazionali in crisi di liquidità collimandosi in questo ad altre grandi istituzioni internazionali come UE, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, già estremamente sensibili ai voleri delle corporation, quando non diretta espressione.
La società civile si è messa in movimento. Nella stessa serata in cui a pochi kilometri di distanza si adunavamo centinaia di cittadini contro l’ennesimo orrore ambientale che va sotto il nome di turbogas, a San Lorenzo il consiglio comunale votava una delibera, proposta dal network sociale Squola, richiedente non solo una generica dichiarazione universale sull’acqua bene non commerciale, ma anche una stringente richiesta di iscrivere la stessa nello statuto comunale, unico escamotage giuridico che permette di non dover cedere il servizio idrico alle multinazionali.
Il consiglio comunale Laurentino e la sua amministrazione sono noti per la loro sensibilità sociale ed apertura.  Venerdì, però,  hanno perso una occasione unica: l’unanimità su una delibera proveniente dalla società civile, su cui a parole, tutti, convergevano. Prima ancora di divisioni politiche è mancata l’ambizione di uscire dagli schemi, di fare una scelta politica seria, incidente, politicamente e materialmente qualificante come l’impegno per la ripubblicizzazione dell’acqua da iscrivere nello statuto comunale e ci si è limitati a generiche dichiarazioni di intenti. Tra l’altro nemmeno condivise visto il gioco di veti incrociati tramite astensione. Rendiamo merito alla maggioranza di aver stilato un punto all’o.d.g. assolutamente condivisibile, alla minoranza (lista Laurentini Si) di essersi battuta perché la deliberazione fosse il più aderente possibile a quella richiesta dal “forum italiano dei movimenti per l’acqua”. Sull’impercettibilità politica della destra cittadina non spendiamo nemmeno parole.
Auspicavamo una delibera che passasse all’unanimità come a Fabriano e Cantiano, e che il comune laurentino iscrivesse nella propria carta fondamentale l’impegno alla non cessione della propria acqua come sta succedendo un po’ in ogni parte d’Italia da Taggia (IM) a Caltavuturo (PA).
E’ solo l’inizio di questa campagna che Squola e il suo network portano avanti in diversi comuni dell’alta valle del Cesano, Cagli e Sassoferrato. Poteva iniziare meglio; ma sappiamo che c’è un’unica battaglia che si può perdere..quella che non si combatte.
Con i movimenti e la società civile ci batteremo perché ad ogni essere umano sia garantito il bene inalienabile acqua e che su questa non si speculi ne lucri.
Come diceva il leader afro americano Malcom X: “con ogni mezzo necessario”.

Squola
Pianeta Terra


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