L’ACQUA NON E’ BI-PARTIZAN!!!

L’ACQUA NON E’ BI-PARTISAN

Sindaco di Pergola Baldelli firma per l'acqua pubblicaL’Acqua è PARTISAN  e anche tanto. La scelta radicale e non riducibile a favore della gestione dell’acqua sociale e quindi in definitiva “pubblica” (in una sua accezione fortemente innovativa) è fortemente politica. Ed è di parte: partigiana appunto. Che poi gli ultimi residui fossili della rappresentanza, che sono gli spettri dei partiti, si dividano e contorcano sull’argomento tirati per giacche e fasce tricolori da questa o quella lobby o multinazionale, non è che poi ci interessi poi molto. Rispetto al tentativo (fortemente politico e anche questo molto..”partisan”) di mettere a profitto anche il 70% del nostro corpo composto d’acqua, si sta articolando una azione di sabotazione di massa e consapevole. Una azione di resistenza costituente nazionale incredibile nei numeri e composizione, inaspettata per coscienza e radicalità. Siamo “(“”)Il Partito(“”)”, il partito più grande, coeso ed eterogeneo. Che va ben oltre, come diceva un celebre pezzo rap di qualche anno fa, “da madre teresa a che guevara”. Siamo la maggioranza come siamo maggioranza quando tuteliamo le nostre montagne dalle cave, la nostra aria dagli inceneritori. Quando difendiamo i “beni comuni” e per essi proponiamo modalità di gestione antagonisticamente diversi dagli attuali.
I numeri lasciano poco spazio all’immaginazione e fanno paura alle caste. Qualche centinaio di soggetti sociali (dalle parrocchie ai circoli anarchici) hanno scatenato una guerriglia autorganizzata e senza tregua su tutto il territorio nazionale. Migliaia di iniziative e banchetti. Da piazza Duomo a Milano a Frontone. Ad oggi parliamo di 700mila firme ad un mese di distanza dalla chiusura delle campagna. E senza carrozzoni burocratico sindacali ad organizzare e decidere.

Impressionanti i numeri che rendono l’iniziativa non più oscurabile, che pongono la problematica in testa alle agende politiche.  Anche dalle nostre parti. Le 500 firme raccolte in alta valcesano (San Lorenzo, Pergola, Frontone e Serra Sant’Abbondio) parlano di un target (ottenuto divedendo per 90 il numero dei votanti) raggiunto al 450%. Ordinate file di cittadini con il documento in mano al mercato di San Lorenzo, sotto la pioggia pergolese e nei gazebo alle sagre di Frontone. Consiglieri di maggioranza e di opposizione certificano la marea popolare che “ci mette la firma”. Coscienti e critici con gli apparati di appartenenza. Sindaci democratici che vogliono abrogare provvedimenti legislativi scandalosi che un loro governo a predisposto aprendo la via alla privatizzazione e quelli del PDL contro il “decreto Ronchi” che avrebbe l’intenzione di porre la pietra tombale sopra un sistema idrico nazionale pubblico a gestione sociale. Spezzando un autismo che li vorrebbe solo riferiti a lobby e consigli di amministrazione riallacciano un legame popolare e con un gesto dal sapore “rivoluzionario” escono dagli scranni consiliari e firmano riannodando un filo spezzato con i propri amministrati. E’ successo a Fano ma anche da chissà da quante altre parti. Altri pensatori in altri tempi avrebbero parlato di una “egemonia culturale”.  

Andremo avanti fino alla fine della campagna di raccolta firme ascoltando e inventandoci nuovi modi per dettare agende politiche e sociali fino alla vittoria referendaria e anche oltre. Intercettando questa ansia di protagonismo sociale, che percepiamo palpabilmente nei nostri banchetti, e dando rappresentanza politica alla moltitudine coagulandola con la partecipazione.
Siamo autorganizzati ma non siamo ingenui: che nessuno osi strumentalmente a cavalcare quest’onda. Per nessun motivo. Anche noi vorremo conoscere i particolari della mossa che ha portato la cessione della quota del comune pergolese in Megas nelle mani di una Multinazionale della sete come Hera e vorremo che la maggioranza Laurentina spiegasse i motivi per cui non ha voluto palesemente iscrivere nel proprio statuto che l’acqua è dei cittadini (in termini sostanziali e non ideali). Lo vogliamo sapere e ne chiediamo conto. Ma sono altre storie e non vogliamo annacquare una rivoluzione con beghe intestine a carattere clanico.

Siamo noi ad esserci svegliati. Il Sogno, adesso, è nostro.

Spazio Pubblico Autogestito SQUOLA


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