BOJATE ELETTORALI 1 – IL LAGO DI BELLISIO

Ciclica come una piaga biblica, ogni anno votato al carnevale elettorale, ritorna la proposta shock della antistorica riproposizione del “lago di Bellisio” in una delle sue multiformi versioni. Da lago per l’approvvigionamento dei mezzi antincendio al famigerato impianto di generazione di energia idroelettrica. Uno degli “specchietti per le allodole” elettorali tra i più gettonati ed evergreen. Cavallo di battaglia assolutamente bi-partisan e piecè teatrale prioritariamente immancabile per chi aspira a fare messe dei voti di bellisiani e dei costruttori. Al pari di più blasonate “grandi opere”, un mattone non è stato ancora posato ma già è costato al contribuente i costi degli studi di fattibilità (chi ricorda gli eleborati della “natura spa” del 1999.??). La diga/lago di Bellisio non è l’unico “numero” dei nostrani prestigiatori elettorali. Tra i miraggi nel portafoglio dei casarecci cultori delle “Grandi (O)Pere” si annoverano: la sempreverde “pedemontana” ( l’immaginaria strada ad alto scorrimento che unirebbe Ghotam City a Cagli), il tunnel sotto i Barbanti, distruzione e/o costruzione di ponti vari. A quando lo studio di fattibilità per un porto turistico a Valrea e un cosmodromo a Montejate?
Dentro il pieno periodo di “spending review”, vincoli e catenacci di bilancio, la compatibilità economica di questi supposti “mini impianti idroelettrici” è naturalmente lisergica. Ma esistono altre ragioni di diversi ordini.
Il territorio comunale è posto fisicamente nella fascia pedemontana dove i fiumi cambiano drasticamente l’inclinazione del piano di scorrimento idrografico, luoghi di naturale deposito alluvionale di inerti che il torrente rilascia dopo il veloce passaggio nel suo alto corso montano. Date una occhiata alle anse del Cesano tra la Madonna del Sasso e Pantana e capirete di cosa parliamo. Una qualsiasi diga dovrebbe essere svuotata 4 volte all’anno rendendo la normale operatività dell’opera assolutamente anti-economica.
La modificazione drastica del regime delle precipitazioni, che concentra gli eventi meteorici in intensi e brevi momenti di precipitazioni alternate a lunghi periodi di siccità (dati ASSAM), renderebbe inutilizzabile la struttura, che verrebbe aperta per evitare esondazioni duramente le violente piene e aperta e vuota durante i periodi di siccità.
Ai nostalgici della struttura balneare nata negli anni 30 sull’impianto idroelettrico della raffineria di zolfo vorremo ricordare che le captazioni delle sorgenti che alimentavano il fiume sono aumentate di circa il 900% (in parte per far fronte alle esigenze dovute agli sprechi, come l’irrorazione stile higtland scozzesi dei campi sportivi d’agosto, in parte con l’esigenza di speculare sul bene comune acqua) e che il fiume è attualmente una Wadi (i fiumi del deserto), un rigagnolo che non arriva al mare in diversi periodi dell’anno, salvo occasionali piene in cui inonda zone golenali. Un qualsiasi sbarramento a monte creerebbe grave nuocimento all’ecosistema fiume a valle con la comprensibile opposizione delle comunità della media e bassa valle.

— con Luca Fossa.lago di bellisio


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