A Monte del Problema

Il Problema “a Monte”

Il Problema sta a monte. Decisamente più a monte delle Montagne che 15 giorni fa hanno subito eventi meteorologici di inaudita violenza che ne hanno sconvolto gli equilibri idrogeologici.

In un sistema economico, politico e sociale che in pochi decenni è riuscito, con la propria rapacità predatoria, a violentare il Pianeta e turbarne gli equilibri ecologici e ambientali. Stiamo parlando del capitalismo nelle migliaia di sue varianti e trasformazioni. E su questo non ci piove.

Dove invece piove a dirotto (quando non è interessato da siccità, da temperature tropicali o zero termici permanenti a 5000 metri) è proprio sulle nostre Montagne.

Anni incuria, rapine ambientali, crescite demografiche negative, politiche di stampo coloniale da parte di poteri locali basati sulla costa (da dove traggono il 70% dei voti e del PIL) hanno creato nelle nostre aree montane la combinazione perfetta per il “disastro”.

E quando cade mezzo metro d’acqua in un ora, tutti i nodi vengono al pettine. O meglio, scendono violentemente a valle.

Quando cade un metro cubo d’acqua in tre metri quadri su montagne disboscate per fare posto ad anacronistici ed osceni impianti sciistici, quando cade su aree interessate da una silvicoltura predatoria e non controllata, quando piomba su torrenti mai verificati da inutili enti pubblici chiamati consorzi di bonifica, quando piove su tutto questo, il risultato non può che essere il Disastro che tutte e tutti conosciamo, in cui l’unica cosa che non era prevedibile è l’ignavia dei poteri che governano queste terre e le sfruttano.

Chiediamo, e insieme a noi le popolazioni interessate dai progetti di “lunaparkizzazione” di Appennino (da Corno alle Scale ai Sibillini):

lo stop immediato a qualsiasi progetto impattante su Appennino e la revisione immediata dei criteri su cui sia basano i VIA (valutazioni di impatto ambientale) nelle aree montane;

sospensione immediata, in tutte le aree interessate dallo “stato di calamità”: dalle rate dei mutui, dai versamenti fiscali e di quelli contributivi;

blocco immediato ed universale ai pagamenti delle utenze invernali nelle aree calamitate;

un “piano montagna” che viri in maniera decisa, netta e senza tentennamenti, da una idea di sviluppo predatorio e insensato come quello che punta ad unico luna park osceno dall’ emilia all’abruzzo, per puntare sull accoglimento delle tante domande di tutela dell’ambiente a cominciare dai custodi, le genti della montagna. Una fiscalità di favore e investimenti sulle attività tradizionali, sui prodotti delle nostre terre, la possibilità concreta di partecipazione alla gestione delle aree protette.

E’ su queste basilari premesse che

ancora piove, stivali infangati eppure

parteciperemo alla manifestazione del 15 ottobre ad Ancona

santo protettore di Pergola


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