Il territorio dell’Alta Valle del Cesano che tocca i confini
dei comuni di Pergola, Serra Sant’Abbondio e Sassoferrato vede, nel giro di
poche centinaia di metri, una grande
concentrazione di attività estrattiva e uno scempio ambientale come pochi, in
un contesto naturale di grande pregio.
Il progetto della Cava del Bifolco (4) era bloccato in quanto non poteva essere realizzato perché era
necessaria la costruzione di una strada montana (8)che attraversava un’area vincolata. Lo scorso 3 luglio la Regione
Marche ha abolito il vincolo ambientale, dando praticamente il via libera
all’escavazione.
Ai cavatori sarà permesso di entrare con potenti ruspe,
estirpare piante e cespugli (tra cui il protettissimo ginepro), colmare e
sventrare dislivelli, disperdere ruscelli e vene d’acqua, con lo scopo finale
di depredare la montagna di 400.000 metri cubi di roccia. È inoltre in
previsione, sopra l’abitato di Bellisio Alto, l’apertura di un’altra cava, in
località Madonna del Vado (5).
L’attività estrattiva si aggiungerebbe in un’ area già depredata da altre due
cave autorizzate da Pergola (2) e da
Serra Sant’Abbondio in località Ca’ Paradisi (3), oltre al disastro lasciato dalla vecchia Buzzi-Unicem, sotto la Madonna del Sasso (1).Nella stessa zona, il Comune
di Sassoferrato ha autorizzato la ditta Inerti
Cesano all’apertura di un nuovo frantoio (dopo quello di Pantana) per lo
stoccaggio e la pulizia della ghiaia (6, 7). Il sindaco Rinaldi ha concesso il
terreno, ufficialmente nel suo comune, all’estremo limite della propria
giurisdizione, ma di fatto pertinente la Valcesano, guardandosi bene
dall’informare preventivamente i cittadini interessati. Infatti lo scempio non
ha nessuna incidenza nel territorio di Sassoferrato in quanto realizzato lungo
l’argine del fiume Cesano, di fronte alle prime abitazioni di Poggetto. Pertanto le polveri, i rumori, l’inquinamento del fiume, il
disastro paesaggistico, il transito di centinaia di camion ricadranno tutti su
Pergola e su Serra.
Dicembre 11th, 2007 at 23:14
insomma va…