Appello alla mobilitazione: Scuola pubblica: un bene comune in grave pericolo

Appello alla mobilitazione contro la privatizzazione della Scuola Pubblica
in difesa della libertà d’insegnamento e dei diritti dei lavoratori


da ForumInsegnanti 


Lo stato d’animo dei lavoratori della Scuola oscilla dallo sconforto
alla rabbia nel rilevare la persistente inadeguatezza del sindacato e
delle opposizioni nel contrastare il processo di privatizzazione dei
beni comuni in generale e dell’istruzione in particolare, come se non
esistesse da parte di tali soggetti la consapevolezza che ci si stia
avviando precipitosamente ad un punto di non ritorno, ragion per cui
occorre ora e subito senza alcun indugio una
massiccia mobilitazione per contrastare un attacco senza precedenti ai
principi della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e al loro
salario e all’etica stessa della convivenza civile.


 


Il mondo della Scuola è molto preoccupato dalle nuove norme che
ridisegnano il sistema dell’istruzione, già peraltro dissestato dai
provvedimenti che si sono susseguiti negli ultimi tre lustri, le quali
rappresentano il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che
resta della Scuola Pubblica: si inquadrano infatti in una strategia più
ampia di demolizione di tutte le strutture pubbliche e di
disintegrazione dei diritti di chi vi lavora al fine di velocizzare il
trasferimento di servizi e funzioni pubbliche ai privati. La riduzione
del personale che interessa tutto il pubblico impiego e riguarda la
Scuola nella misura di 100.000 docenti e 43.000 del personale ATA e la chiusura di più di 2000 istituti nei piccoli comuni determinerà il collasso di un sistema fiaccato peraltro dall’enorme riduzione dei finanziamenti (circa 8 miliardi di euro
entro il 2012). Infatti, come in altri settori, il governo è deciso ad
imporre alla Scuola con la forza le sue scelte, con una prova
“muscolare” esternata mediante l’interessamento allo stesso disegno di
ben tre Ministeri: MIUR, P.A. e MEF, con il cosiddetto
“commissariamento” economico del Ministro Gelmini e con l’introduzione
di regole neo-autoritarie che pretendono di coprire il vuoto creato con
la riduzione della Scuola ad un involucro pressoché vuoto da dare in
pasto all’iniziativa privata.


Premesso che per poter ricostruire in Italia una Scuola Pubblica che
sia sanata dai guasti di questi anni, è necessario abrogare le leggi
Moratti, alle quali si riferiscono i pessimi interventi legislativi di
questo governo, riteniamo indispensabile:

• Il ritiro del DDL n. 953/2008 Aprea, proposta di
legge anticostituzionale che porterebbe a compimento la completa
distruzione della Scuola dello Stato, visto tra l’altro che ogni
singolo istituto avrebbe un’organizzazione di tipo aziendale, mentre
gli insegnanti perderebbero totalmente la loro funzione, in quanto
privi di libertà reale di insegnamento.

• Il ritiro del DDL Gelmini, presentato il 1 agosto
2008, che tra l’altro introduce, in linea con il disegno di legge
Aprea, l’assunzione diretta del personale a tempo determinato con
nomina biennale da parte dei dirigenti scolastici.

• L’eliminazione di tutte quelle norme, presenti in leggi e
decreti vari, come il DL n. 112/2008, il DL n. 93/2008 e il DL n.
97/2008,
che stravolgono la Scuola, ne deregolamentano il
lavoro e le tolgono la possibilità di svolgere quel ruolo che le
prescrive il testo Costituzionale, prevedendo tra l’altro tagli su
tagli, incremento del rapporto alunni-docenti, accorpamento di scuole e
di classi di concorso (flessibilità), diminuzione del tempo scuola,
“rimodulazione dell’organizzazione didattica nella primaria” (maestro
unico?). La logica di tutto si riassume nel disegno di far cassa
distruggendo la Scuola e svendendola ai privati.

Pertanto le nostre rivendicazioni riguardano i seguenti punti:

– La difesa del carattere statale della Scuola di tutte e di tutti, in modo che venga garantita l’esistenza delle scuole private, ma senza oneri per lo Stato, come prevede la Costituzione.

– L’opposizione al disegno di aziendalizzazione della Scuola e dell’ingresso dei privati nella gestione degli istituti.

– La difesa dello stato giuridico professionale degli
insegnanti e il rifiuto di ogni meccanismo di carriera
pseudo-meritocratica, come quello previsto nel disegno di legge Aprea,
con
concorsi e livelli di carriera, che romperebbero i rapporti esistenti
nella Scuola ancora prevalentemente solidaristici, propri di un
ambiente educativo, e instaurerebbero inadatti rapporti concorrenziali
tipici delle aziende.

– La difesa della libertà di insegnamento, baluardo costituzionale della laicità e della democrazia.

– La salvaguardia del contratto nazionale e il contemporaneo
rifiuto della possibilità di assunzione da parte dei dirigenti
scolastici,
perché l’insegnante, nella sua libertà garantita
dallo Stato democratico, non può dipendere della singola scuola ma dal
sistema complessivo della pubblica istruzione.

– L’assunzione di tutti i precari e il superamento del precariato,
che colpisce il lavoratore come persona e non permette alla Scuola di
funzionare con continuità garantendo l’attuazione dei progetti
didattici e la crescita dei rapporti interpersonali allievi-insegnanti.

– Il rifiuto di una deriva regionalistica dell’istruzione, quale emerge dalle strampalate proposte della Lega, che vorrebbe affidare le cattedre ai docenti autoctoni.

– La difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori della Scuola
e, il rigetto di tutte quelle norme vessatorie, come quelle su permessi
e malattie, volti a creare un clima denigratorio nei loro confronti.
Essi devono poter svolgere il proprio ruolo con il rispetto di cui
hanno diritto e senza preoccupazioni estranee al delicato lavoro che
hanno il compito di svolgere.

– L’opposizione ai tagli di cattedre e di finanziamenti che
rendono impossibile insegnare, perché in classi sovraffollate e senza
finanziamenti viene reso vano ogni progetto didattico e reso
impossibile l’apprendimento e la crescita educativa. Non c’è qualità
senza i mezzi per fare buona scuola e questa, in nome del risparmio a
senso unico, non può essere ridotta ad una caserma con docenti
“militarizzati” e ridotti a “fustigatori” dei propri alunni.

– La difesa del tempo scuola, normale, pieno e prolungato con doppi insegnanti, perché l’apprendimento avviene solo con i tempi distesi e vanno rispettati i processi cognitivi di tutte e tutti.

– La difesa dell’obbligo scolastico e il rifiuto del doppio canale morattiano, che reintroduce l’incivile divisione tra scuola vera e scuola per famiglie svantaggiate.

– La salvaguardia dell’insegnamento di sostegno e del
diritto all’istruzione per tutti, senza discriminazioni etniche e
linguistiche
e quindi difesa dell’insegnamento di sostegno in
classe e per tutte le ore necessarie e garanzia dell’ausilio didattico
dei mediatori linguistico-culturali per assicurare il diritto allo
studio degli alunni stranieri.


Consapevoli che per evitare il baratro e rompere lo stato di assedio
che vede alleati governo, poteri forti e mezzi di informazione
occorre una risposta immediata, determinata e sinergica di tutti, ci
rivolgiamo a quanti sentono l’importanza del ruolo svolto nella società
dalla Scuola dello Stato e, in particolare, a tutte quelle persone,
quei movimenti, quei soggetti politici, sindacali e associativi che in
questi giorni hanno già elevato la loro protesta o comunque in passato
hanno lottato contro lo sfascio prodotto dagli scorsi governi
per iniziare a far sentire la nostra voce di protesta.

Inoltre facciamo appello a tutti i comitati presenti nel paese
già in parte organizzati in una rete di mutuo soccorso, visto che ci
troviamo di fronte ad un attacco a mitraglia da parte di questo
“regime” contro i beni comuni essenziali per la vita civile;
infatti, il disegno che colpisce la Scuola è un’articolazione di quello
complessivo di stampo autoritario che distrugge l’ambiente e uccide nei
territori i cittadini per mancanza di tutele, che militarizza le città,
perseguitando gli immigrati, i rom e le persone in genere attraverso
ridicole proibizioni, che salva coloro che commettono reati mentre
permette la strage di operai uccisi per mancanza di sicurezza e li
massacra con una deregolamentazione selvaggia dei rapporti di lavoro.

Crediamo che solo lottando tutti insieme per il bene di
tutti possiamo vincere questa battaglia di civiltà e per questo
chiediamo di iniziare con il segnale di una firma di tutti a questo
appello!


Il Forum Insegnanti

PER ADERIRE ALL’APPELLO


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