“OGNI REATO E’ POLITICO” Assolt* tutt* le-i compagn*!!!!

“Ogni reato è politico” (scritta su un muro di Bologna – 1977)

Che non costituisse reato valorizzare strutture pubbliche inutilizzate creando all’interno momenti di socialità come spettacoli teatrali per bambini ed adulti, assemblee popolari, attimi di confronto sia sociale che politico, ne eravamo convinti. Ne eravamo convinti perché conosciamo la Costituzione, precipitato diretto della lotta popolare di Liberazione dal nazifascismo, nonostante il tentativo cinquantennale di una classe politica colpevole di non aver mai dato corpo alle suggestioni costituenti, sognate nei bivacchi sulle montagne, nelle carceri fasciste, negli esili e poi, infine in parlamento. Una classe politica colpevole per aver ingessato quelle speranze, quando, e lo vediamo tutti i giorni, non eversiva verso lo spirito della costituzione. Ma questo non è il momento della polemica. E’ il momento della soddisfazione e della felicità per l’assoluzione piena di tutte e tutti i 10 militanti dello Spazio Pubblico Pluri_sgomberato Squola, da due anni sotto processo dopo la denuncia sporta dal Sindaco di Pergola Giordano Borri per occupazione di edificio pubblico e furto di energia elettrica aggravato da scasso.
L’inconsistenza dei gravi reati ascrittici è stata appurata da una magistratura attenta sotto lo stimolo di una difesa, affidata all’avvocato Paolo Cognini, del team legale delle Comunità Resistenti delle Marche, preparata e affidabile. Innanzitutto è stato accertato che l’edificio scolastico della frazione di Pantana ha una funzione “sociale” ma non “pubblica”, che nessun scasso è stato commesso, ne finalizzato ad una occupazione ne tento meno ad una rapina di energia elettrica. Quale validità poteva avere una denuncia per furto di energia elettrica sporta da un soggetto non titolare sostanziale dell’utenza? E quanto avrà speso lo stato per un processo durato due anni, processo volto ad appurare il supposto furto di energia elettrica per aver tenuto accese le luci dell’atrio per un pomeriggio? Il rapporto potrebbe essere migliaia di euro contro tre. E con che titolarità il sindaco ci ha denunciato? Probabilmente come privato cittadino, visto che mancava il mandato, previsto dalla legge, rilasciato da un organo rappresentativo collegiale (giunta e/o consiglio).

Un furto in realtà è stato compiuto: è un furto di partecipazione e democrazia. L’unico reato è stata la persecuzione nei confronti di un collettivo di donne e di uomini rei soltanto del loro attivismo politico, aderenza sociale, di applicare e proporre prassi irriducibilmente partecipative e democratiche e di una continua resistenza di fronte ai vari stupri ambientali sul territorio concepiti politicamente solo per guadagni privati. E di dissentire.
La repressione, come spesso succede, ha sortito l’unico effetto di ricompattare il collettivo, acuire il conflitto sociale generalizzandolo e riproponendolo insieme a pratiche radicali di democrazia.
Entro 60 giorni dal 13 febbraio, data del verdetto di assoluzione, avverrà il deposito della sentenza. Dopo l’esame degli atti valuteremo se esercitare una azione civile volta al risarcimento dei danni materiali (dieci persone spostate 4 volte a Fano in giorni lavorativi per i processi, i trasferimenti nello studio dell’avvocato, le spese vive per la richiesta dei documenti al tribunale) e morali (le infamanti accuse di furto aggravato), nei confronti del cittadino Giordano Borri, precisando che nell’eventualità, le somme recuperate saranno completamente destinate alla “cassa processi regionale”.

Squola SpA www.squola.org

Comunità Resistenti delle Marche


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