Cosa si nasconde dietro la guerra in Afghanistan?

Le miniere d’uranio? Il gasdotto trans-afgano? Il posizionamento geostrategico? O forse il controllo del narcotraffico?

Perché, esattamente otto anni fa, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno invaso e occupato l’Afghanistan? Quali interessi si celano dietro le spiegazioni ufficiali di questa guerra? Le ipotesi avanzate in questi anni sono molteplici, ma nessuna abbastanza convincente. Tranne una, che però è alquanto difficile da dimostrare.

Risorse energetiche. Secondo un rapporto pubblicato nel dicembre del 2000 sul sito Internet dell’Eia, l’agenzia di statistica del dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti (e poi rimosso), l’Afghanistan viene presentato come un paese con scarse risorse energetiche (mai sfruttate) che, secondo i dati risalenti ancora al tempo dell’occupazione sovietica, consistono in riserve petrolifere per 95 milioni di barili (concentrati nella zona di Herat), giacimenti di gas naturale per 5 trilioni di piedi cubi (nell’area di Shebergan) più 400 milioni di tonnellate di carbone (tra Herat e il Badakshan).
Risorse troppo esigue per giustificare un’invasione militare costata finora, ai soli Stati Uniti, quasi 230 miliardi di dollari.

(continua)


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