LA PACE E’ UN’ ALTRA COSA

Il comandante del più potente esercito nella storia dell’umanità ha vinto il premio Nobel per la pace.È stato colto di sorpresa anche lui.

A me più che l’interesse per il vincitore inquieta il fatto che non sappiamo citare degli altri candidati credibili e condivisi per vincere questo premio. Semplicemente, non ce ne sono. Anche negli ultimi vent’anni (a parte Mandela, o Aung San Suu Kyi, o Medici senza frontiere) gli altri nomi tirati fuori non è che siano stati entusiasmanti.

Il primo commento di Obama è stato “sento di non meritarlo”. Io invece spero che possa meritarselo (anche se ho tanti dubbi). In effetti, dopo gli anni bui di Bush, un po’ di speranza in più l’abbiamo. Scrive Flavio Lotti, della Tavola della Pace, “il Nobel ad Obama non è un premio agli Stati Uniti. E’ un premio al coraggio di chi vuole fare i conti con le proprie responsabilità. Un premio alla voglia di cambiamento che c’è nel mondo”.

Certo la Pace è un’altra cosa. La pace rimane un’idea troppo evanescente, quando la guerra è così concreta. La pace pretende da noi una trasformazione, un impegno continuo; dove non c’è prevale il disprezzo nel prossimo e l’indolenza della forza.

Mi fa rabbia che il concetto di guerra in Italia non sia più argomento intoccabile, così come per me lo è sempre stato. Ora è così naturale, scontato, quasi banale… mi sono perso il momento di passaggio in cui tutto questo da tabù che era è diventato basilare nell’Italia di oggi. La caduta del muro? La discesa in campo di B? L’11 settembre?

Marco


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