Lezioni di storia


Giovedì 27 agosto si è tenuto ad Arcevia, presso il teatro Misa, il secondo incontro del ciclo “Lezioni di storia”. Il tema della serata era “le stragi naziste” – i massacri commessi da Wermacht e SS in Italia e a Monte Sant’Angelo.

L’incontro che si è protratto per oltre 3 ore, davanti ad una platea gremita e piena di giovani, ha visto gli interventi  di Angelo Verdini rappresentante dell’ANPI di Arcevia e presidente della Società di Studi Storici Cesanensi e di Lutz Klinkhammer dell’Istituto Germanico di Roma ed esperto di storia dell’occupazione nazista in Italia.

Dopo l’intervento iniziale di Verdini che ha spiegato il contesto storico e sociale in cui maturò l’eccidio di Monte Sant’Angelo e di Montefortino, 63 uccisi (tra partigiani e civili) nel maggio del 1944 ad opera di truppe tedesche (con probabile partecipazione di elementi italiani) e della successiva fucilazione da parte dei partigiani (luglio 1944) di 13 persone, ritenute spie o comunque fiancheggiatori dei fascisti in località Madonna delle cave, è stata la volta del professor Klinkhammer che ha parlato delle altre stragi compiute da esercito tedesco e SS in Italia, quelle di Sant’Anna di Stazzema, 560 morti, Monte Sole (Marzabotto, Monzuno e  Grizzana Moranti), 778 morti di cui 213 bambini sotto i 12 anni e altre.

Dall’incontro è emerso come non solo i reparti più politicizzati e indottrinati come le SS, ma anche l’esercito regolare (Wermacht) prese parte ad azioni di guerra antipartigiane che si risolsero molto spesso con massacri di popolazioni civili. Il professore ha anche spiegato come questa realtà abbia colpito e sconvolto la stessa opinione pubblica tedesca, che riteneva l’esercito immune da tali atrocità.

Si è anche accennato ai crimini in stile SS che l’esercito fascista italiano, che occupava l’allora Jugoslavia e la Grecia, commise contro le popolazioni civili, sempre in seguito alla lotta antipartigiana, contribuendo a sfatare il mito degli “italiani brava gente”.

Si è parlato di come, in seguito al nuovo ordine mondiale che si venne a costituire al termine della guerra, e in nome dei buoni rapporti che si andavano ricostituendo tra le nazioni in Europa, l’Italia non richiese l’estradizione dei criminali nazisti responsabili delle stragi di civili in Italia, così come negò la consegna dei propri criminali alla Jugoslavia e alla Grecia che ne chiedevano l’estradizione.

Al termine dell’intervento dei relatori si è acceso un dibattito tra i presenti, a testimonianza che gli eventi di cui si è parlato, soprattutto il massacro di Monte Sant’Angelo, Montefortino e Madonna delle cave, sono argomenti ancora vivi nella memoria e nelle coscienze della comunità arceviese anche a 65 anni di distanza dal loro avvenimento.

In definitiva una serata che ha visto protagonista la Memoria e il ricordo di fatti legati ad una delle pagine più buie, ma al contempo più eroiche della nostra storia recente, che attraverso la Resistenza e la Lotta di Liberazione, ha portato alla nascita dell’Italia Repubblicana.

                                    Cristiano Ceccucci
                                    ANPI Valcesano


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