C’è un nemico più infido degli insorti talebani e dei loro IED ordigni artigianali con cui macinano i blindati Lince. Nemmeno 40 morti in dieci anni di occupazione armata di un paese ostile.
Per non parlare dei loro epigoni nostrani. Appena un azzoppato. Tanto rumore per nulla.
Anche gli eventi naturali come alluvioni, valanghe terremoti,che assurgono alle cronache come “killer” in realtà non hanno ucciso che una trentina di persone da inizio anno.
C’è un nemico infido ed invisibile che si annida nelle case, nelle famiglie. Un nemico che seleziona con cura le proprie vittime. Un killer seriale che uccide solo donne. Sessanta dall’inizio dell’anno e solo nel nostro paese.
Questo serial killer è una cultura retrograda e sessista che vede nelle donne un oggetto di proprietà. L’esecutore materiale è il maschio. Maschio bianco oppure nero. Killer il mafioso oppure il poliziotto. Quando c’è da bastonare la donna che ha sbagliato si scavalcano le frontiera di classe sociale e troviamo insieme operaio e il padrone
Assassinii, sfruttamento sessuale , stupri familiari, individuali o di gruppo.
Il magico mondo dei media veicola il messaggio della mercificazione del corpo, che tutto in fin dei conti è acquistabile. L’umano degradato a merce, la dignità ridotta a spettacolo.
Lontani secoli dai moralismi ipocriti e pelosi non è certo il nudo che può indignarci.
Ci indigna che una amministrazione comunale stretta nelle ganasce amministrative dei limiti del patto di stabilità patrocini iniziative dove la dignità umana viene presa a calci.
Si patrocinano spettacoli dove ragazze vestite come indigene caraibiche ai tempi di Colombo asciugano con il corpo le auto del maschio (padrone) Si patrocinano tali spettacoli indegni nel mentre che operai crepano dentro fabbriche costruite con la merda e i loro figli muoiono negli studentati dell’Aquila fatti con lo stesso cemento.Nel mentre nella nostre città Equitalia chiude le ganasce sulle auto dei disoccupati, nel mentre ENEL, Telecom e Multiservizi distaccano utenze. Ci indigna e costerna veder sfilare nelle nostre città auto la cui sola presenza è un insulto ai precari ai disoccupati ai disabili con le pensioni al minimo. Solo il costo di una di quelle auto potrebbe coprire il decennale buco nei conti delle mense e dei trasporti scolastici comunali. . Potremo evitare di svendere il nostro patrimonio immobiliare pubblico e non rinnovare più permessi a cavatori e palazzinari dell’eolico.
SIAMO INDIGNATI E COSTERNATI ma soprattutto incazzati