Spazio Pubblico Autogestito
Marco Sensi, autore di “Per Forza di Cose” (Casa Editrice Squola, 180 p., 12 €, 2014
IL ROMANZO Il passaggio dalla cultura contadina, con le sue superstizioni e la sua solidarietà, fino allo sbocco nella modernità e nella scoperta di nuovi valori e nuovi ideali, nella storia di un ragazzo di provincia attraverso i suoi primi vent’anni di vita. Piccoli racconti fatti di miseria, di magia e di innamoramenti, narrati con ironia e suggestione, che si sviluppano, di pari passo con la grande Storia, lungo l’alta vallata del Cesano.
L’AUTORE Pergolese doc, nasce in una casa del corso, agli albori dei favolosi anni 60. Cresce giulivo finchè non arrivano gli anni 80 e comincia ad intristirsi: scrive haiku, dipinge sassi, cambia qualche lavoro (svolto pur sempre onestamente) finchè non decide di lasciare il Belpaese e aiutare il prossimo nei posti più disparati: Cambogia, Benin, Ucraina, Senegal. Gli ritorna inaspettatamente il buonumore, nonostante non ci sia molto da ridere. Ogni tanto si ripresenta a Pergola perché ha nostalgia delle auto parcheggiate nel centro storico. Ama da sempre far finta di meditare. È autore di un dizionario pergolese-italiano e di un affresco con maiali volanti.
Da un po’ di giorni una brillante scritta dà il benvenuto ai giardini di Pergola ai primi turisti della bella stagione.
Vediamo quanto tempo starà su.
Un giorno il fascismo sarà curato dalla psicoanalisi.
(Ennio Flaiano)
Sabato 1° febbraio 2014, alle ore 17,45 presso lo Spazio Pubblico Autogestito Squola a Pergola (PU) Via V. Arrigoni 1, si terrà la presentazione del nuovo libro della scrittrice BARBARA BALZERANI “Lascia che il mare entri” (Derive Approdi, 96 pagine) in uscita nelle librerie il mese corrente. Con questa iniziativa, Squola, intende porre sotto i riflettori gli autori di quella generazione, che come scrive De Luca “appassionata di giustizia, perciò innamorata di lei al punto di imbracciare le armi per ottenerla”. La storia, si sa, è scritta dai vincitori. Per i vinti rimangono carceri di massima sicurezza, regimi e leggi speciali, rifugi politici E la più grave delle sanzioni: l’oblio. Con la nostra iniziativa vogliamo spezzare questo meccanismo perversamente sanzionatorio e ridare la parola agli sconfitti. Perché la sconfitta di quella generazione fu politica, prima che militare, ma le ragioni di quella Rivoluzione, l’ingiustizia, rimangono, acuite, tutt’ora.
IL LIBRO – Lascia che il mare entri
Tre donne nello scenario del secolo delle guerre e delle rivoluzioni. Ultime tracce di un mondo di relazioni cancellato, di un’umanità di cui il denaro che produce denaro può fare a meno.
Storie che provano a restituire voce alle ragioni ammutolite dalla Storia scritta. Storie del tradimento di saperi, dell’inganno del progresso mercantile, del grande affare delle guerre, della rottura del patto con la vita e del prezzo per non averne difeso le condizioni. Storie di sfiduciata resistenza, di subordinate aspettative, di imprevidenza di morte per vanagloria di crescita illimitata.
Tre donne che si passano il testimone nel racconto del rapido consumarsi della civiltà dell’illimitato sfruttamento di ogni risorsa. La stessa che continua a promettere futuro, felicità e benessere, a vendere il proprio modello a chi oggi ne sta seguendo le orme, dopo aver brutalmente compromesso con i suoi punti di non ritorno la riproduzione di un’impronta umana nella vita del pianeta. Dopo aver sterilizzato nei registratori di cassa libertà, diritti, comunanze e mascherato la sua offerta di ogni miseria con gli ammiccamenti alle virtù della sudditanza.
Tre donne che chiudono in un circolo virtuoso le battaglie di una manciata di generazioni per mantenere il senso di sé e il legame con i fondamenti dell’esistenza. Nel silenzio, nell’ascolto, nella riconoscenza verso chi ha tracciato un percorso forse ancora praticabile.
Barbara Balzerani nei primi anni Settanta milita in Potere operaio, poi nelle Brigate rosse, con incarichi nella sua direzione strategica. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta venticinque anni di carcere. Nel 2011, torna definitivamente libera. Nel 1998 pubblica il suo primo libro “compagna luna” a cui segue “la sirena delle cinque”(2003) “perché io, perché non tu”(2009) e “cronaca di una attesa” (2011).
Povera è una generazione nuova che non s’innamora di Euridice (La Giustizia) e non la va a cercare anche all’inferno. (E.De Luca)
Siamo in Marcia
Spazio Pubblico Autogestito Squola
Ancora una volta siamo a ricordare una data, il 4 novembre, il cui significato è molteplice e che ricorda la fine di uno dei più grandi massacri della storia dell’umanità.Oltre 600 mila giovani e meno giovani, partiti dalle campagne e dalle città italiane, persero la vita in quel gigantesco macello che fu la prima guerra mondiale.
Una guerra, tra l’altro, d’aggressione da parte dell’Italia.Da allora i potenti, non soddisfatti, ci hanno fatto vivere ben pochi periodi di pace e a farne le spese sono state come al solito le popolazioni di vari stati, le classi subalterne, prima sfruttate nel duro lavoro dei campi e delle fabbriche e poi macellate sui campi di battaglia
Ancora una volta siamo qui a chiederci: a chi serve, a che serve la guerra? Sicuramente non al popolo, non alle future generazioni, non al progresso dell’umanità. Eppure oggi festeggiamo le ‘Forze Armate’ (armate perché, armate da chi e contro chi?). Ancora oggi uomini in armi occupano territori lontani in nome di una pace che sia fatta a immagine e somiglianza del capitalismo, in un perenne conflitto tra chi esporta forzatamente modelli di sviluppo e i cosiddetti barbari
Per fortuna oggi si ha la possibilità di sapere, di informarsi, di leggere e di conoscere, magari anche di porsi delle domande sulla giustezza o meno delle motivazioni che portano ai conflitti. Per chi vuole la guerra, per chi ci fa sopra profitti lucrosi fabbricando e vendendo armi, questo è un problema.
E allora la guerra assume un aspetto diverso, diviene controllo esasperato, tutto rivolto all’interno delle nazioni, viene portata come valore persino nelle scuole; la propaganda alza i toni, poco importa se distribuisce verità o menzogne, essa promette e continua a promettere (benessere, posti di lavoro, futuro radioso).
Ancora oggi ci dicono che invece di costruire case, parchi, dare servizi e reddito dobbiamo costruire aerei e navi, carri armati e cannoni. E allora noi vi chiediamo: pensate veramente che spendere soldi (soldi di tutti noi) per costruire strumenti di morte e addestrare soldati abbia più senso che spendere invece per creare progetti per un futuro diverso?
Contro le politiche del riarmo e le fabbriche della morte.
Per la convivenza e la solidarietà tra i popoli.
Per il rientro immediato delle missioni militari all’estero.
Per il reddito e garanzia di vita dignitosa per tutti/e.
Anpi Valcesano