Libridine si Sensi sotto le stelle

montevecchio


Un grido dalla Valcesano: PALESTINA LIBERA!!!

“Alla fine della guerra, nel paese dei vinti, erano i poveri a fare la fame. Esattamente come nel paese dei vincitori” B. Brecht
In quella galera a cielo aperto che è la Striscia di Gaza non c’è scampo: a morire, cremati con il fosforo bianco, sono soprattutto bambini, vecchi, donne. Un massacro chiamato “guerra asimmetrica”2014_luglio 030
In Palestina si muore nel silenzio internazionale di istituzioni completamente succubi alle logiche del capitale e della guerra ai popoli che non accettano di essere depredati delle risorse, schiavizzati o eliminati.
Una asimmetria che è palese e sotto gli occhi di tutti: petardi volanti contro la piu sofisticata tecnologia di morte del pianeta. Eppure nonostante valanghe di missili, aggressivi chimici ed esplosivi non piegano la volontà di un popolo. A Gaza come in Chiapas, dalla Valsusa a Niscemi e neanche a casa nostra. Non c’è solidarietà senza rivolta: saremo nelle strade faremo urlare i nostri muri basta genocidio in terra di Palestina!2014_luglio 033
Libertà ed autodeterminazione per il Popolo Palestinese,ora!
Siamo tutti Palestinesi perché abbiamo imparato a Restare Umani

Spazio Pubblico Autogestito Squola – la Vertigine e l’Ideale


LA SAGRA DI SAN PRECARIO 12-26 LUGLIO 2014

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SADMON


SquolART aperitivoAmericano 27 giugno ore 18 30

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Venerdi 6 Giugno 2014 – Concerto lirico di Rosita Tassi

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[24 maggio 2014] – Semina coscenza Raccogli indifferenza…

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stage di arte casearia

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Il senso del carnevale elettorale per Squola (lettera aperta a Giampiero Buratti)

Il mio nome è “senza nazione” nell’ora più importante, se viene, sarò il DISERTORE, il SABOTATORE, quale strada mi risparmia dalla scelta infame  di votarmi all’assassino migliore?”

Giampiero Buratti ci ricorda che durante i carnevali elettorali c’è il rischio di essere raggirati dagli infiltrati di Ucchielli, dagli agenti segreti di Renzi e da una progenie di industrialotti, cavatori e latifondisti locali.

#stàserenogiampiè

Lottavamo contro le politiche criminali del Lenin dei poveri quando tu ti dedicavi ancora ad una pelosa attività caritatevole in oscuri circoli riservati ai benestanti o aspiranti tali. Eravamo noi a contestare quelle politiche scellerate, ad invadere gli uffici della provincia e a sfidare i da voi tanto decantati “squadristi in divisa” per riportare le ragioni e desideri dentro i  palazzi del potere. Al fianco di chi lottava contro la privatizzazione della sanità, contro le nocività di mostruose turbogas, inceneritori e ogni genere di affare sporco sulla nostra pelle. Noi sappiamo tutto dei legami criminali di quella giunta, di Casavecchia di Rondina e delle associazioni a delinquere democratiche, noi li conosciamo

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bene e anche loro ci conoscono: per tre anni ci hanno tenuto dentro le  aule di un tribunale con accuse infamanti e penalmente pesanti. Li sfidavamo e ci mettevamo in gioco ben prima che un criminale progetto di sfruttamento ambientale  mettesse a repentaglio il panorama (che è un “bene comune”) che si gode dalla tua graziosa villa.  Guarda bene, ci vedrai sui tetti a difendere le case occupate dai senza tetto, a bloccare gli sfratti e i distacchi delle utenze. Sappiamo bene come si chiamano i ministri che fanno le leggi che vorrebbero rendere illegale l’attivazioni di utenze nelle case occupate dai senzatetto e come si chiamano,  per nome e cognome, i loro accoliti locali.

Conosciamo bene chi sono i massacratori dello stato sociale, di chi ha inventato i lagher per i rifugiati, i mandanti delle leggi che precarizzano il lavoro e chi a livello locale se ne avvantaggia. Dopo le assemblee gli sgherri dei cavatori ci ricordavano spesso “che sapevano dove abitavamo”. Anche noi li conosciamo, per quanto si travestano, mimetizzino e trasformino.

Siamo ben lungi dalle pilatesche  neutralità, da un aventino fuori tempo massimo. Questa è la nostra terra e questo è il nostro tempo e le modalità con cui agiremo saranno decise in piena AUTONOMIA da voleri dei giunte, cavatori, nani, democratici e saltimbanchi:

“In alto la Banda, in alto la mia  Banda, sopra tanta merda”

Spa Squola – Ribellarsi facendo


Cronaca e riflessioni sul 25 aprile squolaro..

25 aprile 2014 – Cronaca di un quotidiano giorno di lotta

“l’unico vero amico che abbiamo al fianco adesso è sempre quello stesso che fu con noi in montagna / il nemico attuale è sempre ancora uguale a quello che combattemmo sui nostri monti e in Spagna”

Il 25 aprile non doveva e non poteva essere un ricorrenza ne la sagra della salsiccia e così, per le i militanti di squola, è tornato ad essere quello che quel momento è per definizione: una giornata di lotta.

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Piazzale Marko Petrovic e Carlo Giuliani 1944-2001 Antifascisti

Piazzale Marko Petrovic Carlo Giuliani 1944-2001 Antifascisti


25 aprile a Squola è Liberi&InAzione!

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Dal reporter squolaro MARCHINO – dall’ epicentro della rivolta della rivolta UCRAINA

È una tiepida e precoce primavera, in questa città del nord Ucraina. Mi siedo su una panchina dove un tempo, prima che venisse fatto scendere, faceva ombra la statua di Lenin. Ora posso avere tutto il sole in faccia, è un pomeriggio tranquillo e placido, con il solito poco traffico e le mamme che spingono carrozzine. Eppure, a un centinaio di chilometri da qui, le truppe russe si stanno esercitando oltre confine, e tengono sulla corda sia la gente comune che le cancellerie occidentali . Kiev e la sua piazza incendiaria sembra lontana, ma è anch’essa a un centinaio di chilometri, dall’altra direzione, a sud. In realtà, nella capitale la situazione è abbastanza tranquilla, oggi. marchino

Avevo visto per la prima volta la Maidan, la grande Piazza dell’Indipendenza, due anni fa, dove i turisti fotografavano tutto, anche le coppie appena sposate, sotto la colonna delle Berenia, la dea madre alata, prima di proseguire per la chiesa di Santa Sofia, o per l’Arco dell’Amicizia tra i Popoli e la sua bella vista sul fiume Dnepr. Poi, agli inizi di dicembre, quando era tutto un fiorire di bandiere blu e gialle e ragazze sorridenti col viso dipinto coi colori dell’Europa, che sognavano di raggiungere. Oggi la grande piazza si è di molto svuotata, rimane il presidio, almeno fino alle elezioni di maggio, dicono.

Nel frattempo, è successo di tutto. Sembrerebbe lo scontro tra i cittadini che si sono liberati di un sistema di corruzione mafioso dominato dagli oligarchi, contro altri cittadini che si sentono in pericolo come minoranza russofona. Dico subito che la faccenda è piuttosto complessa ed invidio (faccio per dire) quelli che da casa giudicano commentando su Facebook, inzuppando un pandistelle in una tazzona di latte, spacciandosi per strateghi militari o esperti di geopolitica. In un sistema bulimico di informazioni, mi difendo diffidando quasi di tutto, dai complottisti  alla Giulietto Chiesa ai disfattisti. Storco il naso delle foto che vedo, anche dei video che girano: c’è un uomo a terra circondato da facinorosi, e per qualcuno sono nazi, per altri provocatori russi. In tv ci sono solo i paraocchi della propaganda, e la retorica che da queste parti è andata sempre alla grande.

Nella città dove vivo (Chernihiv) si parla il russo ma non conosco nessuno che voglia diventare russo. Mi dicono che funzioni così: ogni oligarca controlla politicamente, finanziariamente e militarmente ogni regione. In questa dove sono io di oligarchi non ce n’è perchè è abbastanza povera (il che è tutto dire). Ci sono sollevazioni solo in alcune regioni russofone, dove gli oligarchi vogliono che ci sia. Secondo me non vogliono andare con la Russia, vorrebbero il federalismo, così da poter continuare a spadroneggiare come prima. Tolte queste 3 o 4 regioni l’Ucraina sarebbe troppo sbilanciata verso occidente, non credo che questo convenga a Putin.

È vero che c’è il partito Svoboda, al governo insieme ad altri. È vero che ha di molto attenuato le posizioni iniziali, ma resta sempre odiosamente nazionalista. Ha spaccato il Maidan facendolo deviare verso la violenza, ma sta pagando questa cosa in termini di credibilità, precipitando nei sondaggi. Il Settore Destro ha preso la posizione più estrema, ma secondo me è anch’esso sopravvalutato. “Pravi Sektor” non significa settore destro, mi dicono, ma dalla parte giusta. Sì, va bè… Dall’altro lato però, dai, lodare Putin come campione dei valori della sinistra antifascista, come dice qualcuno,  fa sbellicare dal ridere. Se dovessi scegliere tra vivere in Ucraina o in Russia non avrei dubbi per la prima. Tra le mille debolezze e mille difetti, qui almeno c’è una pluralità di partiti, un’informazione più ampia, gente più viva. Non ci piace la politica americana, la diplomazia europea è ridicola (avete mai visto la faccia di Catherine Ashton?) e in tutto questo l’amicoputin sembra un gigante, lo Statista Invincibile…

Mica solo qui, la destra va forte in tutta Europa (basta guardare in Francia o i Ungheria, per non dire poi, tra poco, dell’India). Qui si sono visti cetnici serbi dare man forte ai russi in Crimea, i nazionalisti ungheresi che hanno richiesto indietro il territorio ucraino dei Transcarpazi. Non ci manca niente, c’è anche il partito nazional-bolscevico (!) a combattere contro i fasci ucraini… In tv, gli ucraini danno dei fascisti ai russi, e viceversa nelle tv russe.

Cerco di stare ai fatti. Il presidente, democraticamente eletto, si è allargato i poteri, ha sbracato, ha voluto una villa come Michael Jackson, poi ha tagliato la corda. Solo che ci vuole il 75% dei parlamentari per dichiarare l’impeachment, e non c’è stato. Non c’è stato un golpe, il parlamento è legittimato e di conseguenza il governo di transizione. Possiamo dire che ora al governo c’è una specie di Letta con Alfano e Storace (per fare un paragone).

È lo sgarrupato mondo ex-comunista, si dirà. Pensate se in un paese civile e avanzato dell’Europa occidentale andasse al potere un oligarca barzellettiere, esponente della massoneria deviata, evasore fiscale, alleato di post-fascisti integralisti cattolici e di un gruppo di etno-nazionalisti  razzisti di estrema destra, con collegamenti con Cosa Nostra… Impossibile, già.

Vogliamo parlare del referendum in Crimea? Mettiamo che nel giro di due settimane auto-organizzassero in Alto Adige un referendum per l’annessione all’Austria, con milizie incappucciate e blindati a presidiare le strade e i seggi, con gente che brucia libri in italiano e segna le porte dei non tedeschi. Ho dei dubbi che la prenderemmo bene. Ma allora l’autodeterminazione dei popoli, bla bla? Giusto, ma se si vuol fare un referendum, che sia almeno come in Scozia, che ne so, poi ciascuno sia libero di decidere come vuole, in Tibet, nel Kashmir, in Texas, nel Veneto… Ma non il 97%, dai, l’Unione Sovietica non c’è più, Vladimiro.

Qui vengono da una dittatura comunista, c’è poco da fare. Il partito delle Regioni (quello dell’ex presidente) leggerissimamente di sinistra, rappresentava l’apparato burocratico e  quasi tutti gli oligarchi, era un comitato d’affari che controllava tutto. Ora sono come polli fuori dalla gabbia e non sanno che pesci pigliare (mi scuso per il paragone). Poi ci sono le mummie del Partito Comunista, che verranno fuori il primo maggio con i loro gagliardetti rossi e le falci e martelli arrugginiti, sotto le statue di Lenin (quelle rimaste) nelle piazze Lenin (idem). A questa specie di sinistra, conservatrice e reazionaria, sono legati soprattutto gli anziani, le campagne e l’est. Altri movimenti progressisti e libertari sono del tutto marginali, qui e nell’Europa orientale. Dicono che alle prossime elezioni presidenziali di maggio vincerà un miliardario, padrone di Canale 5… Non è lui, tranquilli, è un omone che ha navigato tutti i mari della politica, produce dei cioccolatini niente male, è stato in piazza fin dal primo giorno, e tra tutti gli oligarchi malavitosi e impresentabili mi sembra l’unico decente.

Cadere dalla padella del grigio socialismo reale alla brace del nazionalismo più ottuso, condito del capitalismo più mafioso del mondo, non è stato per questi popoli un bel regalo della storia. Mi chiedo poi se in fin dei conti non sia tutto un nazionalismo contro un altro nazionalismo. E se fossero avanti? Si chiude la parentesi dell’Europa fintamente unita e si torna ai sacri confini di un tempo, con i dazi doganali e le svalutazioni pilotate, con l’uomo forte che bada a tutto. E se il futuro del capitalismo fosse questo: un’oligarchia che controlla tutto in modo mafioso e antidemocratico? Oppure sono veramente indietro, ed occorre spronarli per farli entrare nel magico mondo occidentale sempre più liberista, con i suoi fighissimi diritti civili e sociali, il suo impegno ambientalista e pacifista.

Già, i pacifisti. E se scoppiasse la guerra? Come si comporterebbero i pacifisti nostrani, supportando un’azione contro un governo golpista e fascista o schierandosi dalla parte dei patrioti del Maidan contro gli imperialisti? Lo stesso problema: come reagirebbero i fascistoidi de noantri, andando contro il nuovo eroe planetario del nazionalismo, contro i fautori dell’avvicinamento all’occidente, oppure lodando l’ex agente del KGB?

Quanti dubbi, cari piccioni orfani della statua di Lenin che non c’è più.

In questo cinguettante mattino primaverile arriva un gruppo di bambini che dalla scuola sono diretti verso un vicino teatro. Camminano a due a due, avranno non più di sei anni, una maestra davanti alla fila e una dietro. Mi accorgo che hanno tutti uno zainetto alle spalle, e su ogni zainetto c’è una parola inglese, di quelle stupide e comuni: matrix, supergirl, toystory  e allora, solo allora, mi giunge l’illuminazione. Il lavorio strisciante e inesorabile sui valori e sulle mode, tempo una generazione, avrà completato la sua opera di costruzione e l’egemonia culturale dell’occidente sarà completa e definitiva. Senza storie né  discussioni, senza referendum o guerrefredde. Mi dispiace dirlo, da questa panchina, ma per me hai già perso, compagno Putin.           

 


La Festa del Vento!! Montevecchio di Pergola 13/4/14

festa del vento montevecchio di Pergola 13/4/14

festa del vento montevecchio di Pergola 13/4/14


NON SONO SOLO CANZONETTE! Ultimo Teatro & S8 shock in concerto

impegno&rockand roll


Pergola, Vietnam. Basta ai diserbanti tossici!

A PERGOLA COME IL VIETNAM

DEFOGLIANTI  ed ERBICIDI  sparsi in quantità industriali da amministrazioni pubbliche e privati!  Nelle foto  la scarpata della linea ferroviaria Pergola-Fabriano  irrorata presumibilmente IMG00544-20130606-1734con GLIFOSATE (e Ammonio Glufosinato in quantità industriali  da RFI rete ferroviaria italiana  fino a bruciare le radici, a carbonizzare chimicamente arbusti di diversi centrimetri  di IMG00546-20130606-1735diametro, a poca distanza dalla strada e dai campi coltivati! Questo agente tossico è già stato messo al bando in Danimarca e in Sri Lanka e il Salvador ha ufficialmente riconosciuto il nesso di casualità tra l’impiego degli erbicidi ROUNDUP e patologie renali. IMG00545-20130606-1735

Fermiamoli subito. Sulla nostra terra vogliamo viverci e non morire per i profitti della Monsanto e CO.


[15 marzo 2014] INARRESTABILI – serata di finanziamento delle spese legali regionali

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BOJATE ELETTORALI 1 – IL LAGO DI BELLISIO

Ciclica come una piaga biblica, ogni anno votato al carnevale elettorale, ritorna la proposta shock della antistorica riproposizione del “lago di Bellisio” in una delle sue multiformi versioni. Da lago per l’approvvigionamento dei mezzi antincendio al famigerato impianto di generazione di energia idroelettrica. Uno degli “specchietti per le allodole” elettorali tra i più gettonati ed evergreen. Cavallo di battaglia assolutamente bi-partisan e piecè teatrale prioritariamente immancabile per chi aspira a fare messe dei voti di bellisiani e dei costruttori. Al pari di più blasonate “grandi opere”, un mattone non è stato ancora posato ma già è costato al contribuente i costi degli studi di fattibilità (chi ricorda gli eleborati della “natura spa” del 1999.??). La diga/lago di Bellisio non è l’unico “numero” dei nostrani prestigiatori elettorali. Tra i miraggi nel portafoglio dei casarecci cultori delle “Grandi (O)Pere” si annoverano: la sempreverde “pedemontana” ( l’immaginaria strada ad alto scorrimento che unirebbe Ghotam City a Cagli), il tunnel sotto i Barbanti, distruzione e/o costruzione di ponti vari. A quando lo studio di fattibilità per un porto turistico a Valrea e un cosmodromo a Montejate?
Dentro il pieno periodo di “spending review”, vincoli e catenacci di bilancio, la compatibilità economica di questi supposti “mini impianti idroelettrici” è naturalmente lisergica. Ma esistono altre ragioni di diversi ordini.
Il territorio comunale è posto fisicamente nella fascia pedemontana dove i fiumi cambiano drasticamente l’inclinazione del piano di scorrimento idrografico, luoghi di naturale deposito alluvionale di inerti che il torrente rilascia dopo il veloce passaggio nel suo alto corso montano. Date una occhiata alle anse del Cesano tra la Madonna del Sasso e Pantana e capirete di cosa parliamo. Una qualsiasi diga dovrebbe essere svuotata 4 volte all’anno rendendo la normale operatività dell’opera assolutamente anti-economica.
La modificazione drastica del regime delle precipitazioni, che concentra gli eventi meteorici in intensi e brevi momenti di precipitazioni alternate a lunghi periodi di siccità (dati ASSAM), renderebbe inutilizzabile la struttura, che verrebbe aperta per evitare esondazioni duramente le violente piene e aperta e vuota durante i periodi di siccità.
Ai nostalgici della struttura balneare nata negli anni 30 sull’impianto idroelettrico della raffineria di zolfo vorremo ricordare che le captazioni delle sorgenti che alimentavano il fiume sono aumentate di circa il 900% (in parte per far fronte alle esigenze dovute agli sprechi, come l’irrorazione stile higtland scozzesi dei campi sportivi d’agosto, in parte con l’esigenza di speculare sul bene comune acqua) e che il fiume è attualmente una Wadi (i fiumi del deserto), un rigagnolo che non arriva al mare in diversi periodi dell’anno, salvo occasionali piene in cui inonda zone golenali. Un qualsiasi sbarramento a monte creerebbe grave nuocimento all’ecosistema fiume a valle con la comprensibile opposizione delle comunità della media e bassa valle.

— con Luca Fossa.lago di bellisio


Per Forza di Cose – di Marco Sensi presentazione domenica 2 marzo h 17 30

Domenica 2 marzo 2014 alle 17.30, presso lo Spazio Pubblico Autogestito Squola di Pergola, per la rassegna editoriale “Libridine”, Marco Sensi, autore di “Per Forza di Cose” (Casa Editrice  Squola, 180 p., 12 €, 2014), presenterà  pubblicamente la sua opera. La presentazione sarà guidata dalla Dott.ssa Silvana Nespolo e sarà preceduta da un breve reading accompagnato dalla proiezione di immagini e musica a tema con il contenuto del libro. Al termine seguirà un apericena a cura del collettivo “fornelli ribelli”.

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IL ROMANZO  Il passaggio dalla cultura contadina, con le sue superstizioni e la sua solidarietà, fino allo sbocco nella modernità e nella scoperta di nuovi valori e nuovi ideali, nella storia di un ragazzo di provincia attraverso i suoi primi vent’anni di vita. Piccoli racconti fatti di miseria, di magia e di innamoramenti, narrati con ironia e suggestione, che si sviluppano, di pari passo con la grande Storia, lungo l’alta vallata del Cesano.

 

DSCF3460L’AUTORE Pergolese doc, nasce in una casa del corso, agli albori dei favolosi anni 60. Cresce giulivo finchè non arrivano gli anni 80 e comincia ad intristirsi: scrive haiku, dipinge sassi, cambia qualche lavoro (svolto pur sempre onestamente) finchè non decide di lasciare il Belpaese e aiutare il prossimo nei posti più disparati: Cambogia, Benin, Ucraina, Senegal.  Gli ritorna inaspettatamente il buonumore, nonostante non ci sia molto da ridere. Ogni tanto si ripresenta a Pergola perché ha nostalgia delle auto parcheggiate nel centro storico. Ama da sempre far finta di meditare. È autore di un dizionario pergolese-italiano e di un affresco con maiali volanti.


[2 marzo 2014] – presentazione del libro: “PER FORZA DI COSE”

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Un giorno il fascismo sarà curato dalla psicoanalisi

Da un po’ di giorni una brillante scritta dà il benvenuto ai giardini di Pergola ai primi turisti della bella stagione.

Vediamo quanto tempo starà su.

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Un giorno il fascismo sarà curato dalla psicoanalisi.

(Ennio Flaiano)