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[8-9 Settembre 2012] GARA INTERREGIONALE DI HANDBIKE – IV ° TROFEO RULLIANO

Programma manifestazione 8 e 9 settembre 2012….. Continue reading


CIAO MARCHI’!! ma n’do vai a stà peggio???

“Piantato a terra, come un antico albero da frutto, un fratello non ti lascia mai del tutto..”

le sorrelle e i fratelli dello spazio pubblico autogestiito SQUOLA ..in fecnda attesa

salvatore della patria autogestita


[Fano] 26/27 agosto 2012 ALBAROSSA


l’entusiasmante politica murale pergolese..


Tanto Noi Tormiamo!! serata a sostegno del TNT concerti&couscous


[Pergola] 21/22 Luglio – Mountain Trash Night

Scarica il volantino PDF

Vivere sportivamente la montagna è sostenibile?

Sabato 21 e domenica
22 Luglio presso il CS “Squola” di Pergola si svolgerà la “Festa della montagna”; tale iniziativa è organizzata dal Gruppo Amici della Montagna Valcesano ed avrà la finalità di far vivere e, allo stesso tempo, valorizzare luoghi nascosti dei nostri monti.
L’evento centrale della manifestazione avverrà il sabato pomeriggio ore: 18 con il convegno: “Vivere sportivamente la montagna è sostenibile? Un codice di autoregolamentazione è possibile?” dove si cercherà di confrontare ed avvicinare le due anime che amano la montagna ed i suoi luoghi incontaminati: quella sportiva (trekking, arrampicata, speleologia, ecc…) e quella ambientalistica. Questo perché spesso queste due attività si vedono in contrasto; nell’incontro si cercherà di trovare un punto di vista comune con la finalità di preservare ed allo stesso tempo vivere la montagna in modo partecipe e responsabile. Continue reading


Cinemondo 2012


LE DONNE DEL SINDACO BALDELLI madonne carwashers etc etc

C’è  un nemico più infido  degli insorti talebani e dei loro IED ordigni artigianali con cui  macinano i blindati Lince.  Nemmeno 40 morti in dieci anni di occupazione armata di un paese ostile.

Per non parlare dei loro epigoni nostrani. Appena un azzoppato. Tanto rumore per nulla.

Anche gli eventi naturali  come alluvioni, valanghe terremoti,che assurgono alle cronache come “killer” in realtà  non hanno ucciso  che una trentina di persone  da inizio anno.

 

C’è un nemico infido ed invisibile che si annida nelle case, nelle famiglie. Un nemico che seleziona  con cura le proprie vittime. Un killer seriale che uccide solo donne. Sessanta dall’inizio dell’anno e solo nel nostro paese.

Questo serial killer è una cultura retrograda   e sessista che vede nelle donne   un oggetto di proprietà. L’esecutore materiale è il maschio. Maschio  bianco oppure nero. Killer il mafioso oppure il poliziotto. Quando c’è da bastonare la donna che ha sbagliato si scavalcano le frontiera di classe sociale e troviamo insieme  operaio e il padrone

Assassinii, sfruttamento sessuale , stupri familiari, individuali o di gruppo.

Il magico mondo dei media  veicola il messaggio della mercificazione del corpo, che tutto in fin dei conti è acquistabile. L’umano degradato a merce, la dignità ridotta a spettacolo.

Lontani secoli dai moralismi ipocriti e pelosi non è certo il nudo che può indignarci.

Ci indigna che una amministrazione  comunale stretta nelle ganasce amministrative dei limiti del patto di stabilità  patrocini iniziative  dove la dignità umana viene presa a calci.

Si patrocinano spettacoli dove ragazze  vestite come indigene  caraibiche ai tempi di Colombo  asciugano con il corpo le auto del maschio (padrone)  Si patrocinano  tali spettacoli indegni nel mentre  che operai crepano dentro fabbriche  costruite con la merda  e i loro figli muoiono negli studentati dell’Aquila fatti con lo stesso cemento.Nel mentre nella nostre città Equitalia chiude le ganasce sulle auto dei disoccupati, nel mentre ENEL, Telecom e  Multiservizi distaccano  utenze. Ci indigna e costerna  veder sfilare nelle nostre città  auto la cui sola presenza è un insulto  ai precari ai disoccupati  ai disabili con le pensioni al minimo. Solo  il costo di una di quelle auto  potrebbe coprire il decennale buco  nei conti delle mense e dei trasporti scolastici comunali. . Potremo evitare di svendere il nostro patrimonio immobiliare pubblico e non rinnovare più permessi a cavatori e palazzinari dell’eolico.

SIAMO INDIGNATI E COSTERNATI  ma soprattutto incazzati


BRONZI: LA BARRICATA SULLA VIA DEL BENE COMUNE

“la barricata chiude la strada ma apre la via”

 

Il Sindaco di Pergola è uomo di legge e sa, come Carlo Levi che lo ha scritto, che le “parole sono pietre”. Ci si possono murare porte, si possono scagliare. Il Sindaco il vocativo termine “barricata” a palesare la totale indisponibilità dell’intera cittadinanza a qualunque genere di trafugamento istituzionale del “bene comune” Bronzi, e lo usa al plurale.

La storia, la nostra Storia, quella più partecipata e luminosa, ci dice che spesso le barricate non sono solo metaforiche. Erano drammaticamente reali quando la popolazione scese in strada per salvaguardare il proprio diritto alla salute e con essa il proprio ospedale. Lo aveva già fatto per i Bronzi e cavatori, guardie e corrotti erano consci che per difendere il Bifolco erano già pronte e sperimentate.

La chiamata alla barricata non ci coglie politicamente impreparati. Il collettiva che anima lo Spazio Pubblico Autogestito Squola ritiene che la permanenza del gruppo scultoreo romano nella cittadina cesanense sia una delle chiavi per poter immaginare uno sviluppo compatibile sostenibile di queste terre. Al pari di come lo è una presenza di un ospedale degno di questo nome e di un ambiente liberato da mostri eolici, laghi fotovoltaici cave devastanti e ed elettrosmog. Quel gruppo scultoreo è il cardine di quel “museo diffuso” che è il nostro unico bene rinnovabile. Come lo sono la qualità della vita, la nostra agricoltura ancora a misura di essere umano e i prodotti tradizionali. Dentro la drammatica crisi che stiamo vivendo, all’interno di un processo di deindustrializzazione della monocultura del “bianco”, di tradizionale, folcloristico o identitario, questa lotta, non ha nulla. Non c’è da difendere un passato, una tradizione o un ricordo ma la stessa possibilità di sopravvivere nella nostra terra. Più Stalingrado che Lepanto.

Quel gruppo scultoreo (e quello che rappresentano nell’immaginario collettivo), quel museo costruito più con sacrificio e intervento popolare (come del resto l’ospedale) che un reale impegno pubblico, non sono dello Stato ne di qualche mecenate peloso: sono NOSTRI. Quel museo e i precari che li lavorano sono un nostro bene comune, una “proprietà sociale”.

 

Non saranno saltimbanchi televisivi, speculatori elettorali o nostalgici della politica a difendere e tutelare la permanenza dei Bronzi: saranno le cittadine e i cittadini. Non speriamo in alcun intervento di una casta politica screditata ne dei suoi supplenti tecnici ministeriali.

Si faranno ricorsi ed è giusto. Ma alla fine la presa d’atto dei giudici sarà, come per la cava, una fotografia di un rapporto di forza. Perché la barricata è illegale ma assolutamente legittima e le rivoluzioni non possono essere normate.

Perchè sarà una barricata, non una sentenza o un miracolo, a fermare una politica che, dentro una visione neo-coloniale, stoppa elettoralmente l’80% di investimenti e servizi a 10 km dalla costa, relegando nell’entroterra i propri mostri. Discariche, cave, captazioni idriche stile Golan, laghi fotovoltaici mostri eolici e mega cantieri per grandi opere utili solo a finanziare i subappalti della camorra.

Anche stavolta non arriveranno alieni o salvatori esterni. Sappiamo bene che il nostro futuro dovremo tutelarcelo da soli.

Partecipazione, autonomia e conflitto abbiamo fermato Corporation come l’Edison, corrotti e cavatori e tragici burocrati regionali sponsor dei buchi neri finanziari come “the Kingdom” di Torrette. Li abbiamo fermatoti, lo fa faremo ancora.

La vediamo molto dura. Disponibili al conflitto.

Spazio Pubblico Autogestito

Squola

www.squola.org


R.I.P arte Valcesano – Pergola 26/5/2012

*Sabato 26 Maggio 2012 il festival di arte e cultura dal basso RipArte
fa tappa in Valcesano.*

*“L’Arte di Parte R.I.Parte da Marte” *

RipArte anno quinto si evolve e muta, si fa carovana ed approda sulle
sponde del Cesano.

Il linguaggio che useremo sarà quello sotterraneo del writing e della
street art che uscirà alla luce del sole per incontrare studenti e
cittadini in un confronto che ha l’ambizione di aprire un percorso
artistico non estemporaneo. Un percorso libero perché autogestito,
sovversivo perché indisponibile alla mercificazione, non riducibile alle
mode e apparentemente sotterraneo, ma non per scelta.

La proposta è una Arte Partigiana ma non faziosa che, in una
articolazione plurale di espressioni includa fumetto, illustrazione,
fotografia, video istallazioni, produzioni indipendenti e perfomance.

L’arte che proponiamo è emblema di una condizione sociale definita e
definibile e nasce da un’esigenza di libertà e autonomia non
istituzionalizzabile perché “bene comune” del territorio e di tutte le
soggettività che lo animano.

Arte e cultura, ghettizzate ed espropriate da élite sociali e
mecenatismi pelosi, iniziano un cammino di autonomia e conflitto per
tornare nel proprio alveo naturale. E lo fanno con la nostra volontà, la
nostra rabbia, i nostri sogni gambe e braccia.

*
PROGRAMMA:*

– Liceo Scentifico “Torelli” 09.15 – incontro studenti artisti –
Assemblea – Tutt* i colori della Notte – Writing e street art – tra
Arte, Sovversione e Devianza
*
WALL PASSION vol.2 *

Spazio Pubblico Autogestito SQUOLA
Via Arrigoni (traversa di via Nicoletti)
dalle ore 14,30


Sabato 12 Maggio – YugoSchegge


25 Aprile 2012 – No Partizan, no party.


[ANPI] 22 aprile 2012 – Una donna sul monte


[Squola libri] Presentazione del libro “Il monte catria”


“Casavecchia, Borri e Rondina sono INNOCENTI – siamo noi i veri DELIQUENTI”

Era  uno slogan che risuonava sulle bocche  e sulle mura qualche anno fa.

La disgrazia (o le fortune..?) del collettivo sono iniziate proprio cosi  con il nostro interessarci  di modelli di sviluppo e  di cave e nello specifico di quella devastante della preziosa maiolica  al Bifolco di Bellisio.

La vera  offensiva  militare contro Squola  è iniziata proprio nel periodo di maggior pressione mafiosa dei cavatori sulle istituzioni, rappresentate da Rondina (vice presidente della  Provincia ) e Borri tra il 2005 e il 2006: : Spazzare via l’opposizione sociale troppo rumorosa: La diffida e poi lo sgombero della struttura di Bellisio  perché doveva ospitare un supposto museo  dello Zolfo.(ora è un resort per aracnidi)  Sgomberi a ripetizione e 12 militanti sotto processo con accuse gravi: occupazione, , furto con l’aggravante del concorso e dello scasso: Tre anni di gogna giudiziaria , di centinaia di migliaia  di euro pubblici sprecati, centinaia di euro di lavoro perso, tribunali intasati, prima dell’assoluzione piena e completa.

Era l’inizio della fine del Sultano del Borristan

 

A distanza di 6 7 anni  nessuno parla più di Cava al Bifolco, (ma anzi di stralcio del sito dal piano cave), il consiglio di stato ha rigettato  il ricorso dei cavatori, l’impero politico sociale (economico?) dell’ex sindaco dei suoi sgherri , ignominiosamente collassato su stesso fortunatamente senza lasciare tracce indelebili sulle montagne.

Noi siamo ancora qui

Non ci siamo fermati neanche per prendere la rincorsa

La vediamo molto dura

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MAGNA&RESISTI – CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DELLE SPESE LEGALI

Il procuratore Caselli sa come si fa. Come si “toglie l’acqua ai pesci”. Eppure stavolta, il procuratore che si era fatto “le ossa” nella lotta ai movimenti rivoluzionari nel nord Italia nei ’70 e ‘80, l’ha capito che sarà una “gara più dura”. Stavolta non basta “suicidare” i militanti nelle carceri, far prendere a mazzate i “sovversivi” e sbatterli per un po’ in gabbia, ne sgomberare spazi sociali e accampamenti.

Gli ordini di chi comanda e specula sono chiari e la magistratura e i loro legionari eseguono. La Val Susa affogata in una nebbia al Cloro e Cianuro , spranghe, autoblindo e filo spinato. Gli ordini sono chiari e il Procuratore sa come si fa. Lo sa che inseguito dai mandati dei tribunali e ossessionato dai “signori di equitalia” la voglia di lottare svanisce.

Questa volta, procuratore, non devi annientare una “avanguardia”: Devi arrestare un popolo ed è molto più dura. Un popolo che resiste ben oltre una valle diventata un simbolo. Dai Paesi baschi alla Sicilia e indica una via. Qui non ci sono segreterie ma assemblee, non si sono direttive di partito ma idee condivise. E qui, procuratore, non lasciamo mai indietro e nelle gabbie NESSUNO!

Noi sappiamo sulla nostra pelle quando è importante che a volte il gesto politico assuma la forma della solidarietà. Per tutte e tutti i militanti del movimento marchigiano sotto processo (dai notav al quindici ottobre, sono tanti, troppi) lo Spazio Pubblico Autogestito Squola di Via Vittorio Arrigoni 1 a Pergola (PU) organizza per sabato 24 marzo 2012 una serata di autofinanziamento spese legali

Dalle 20,45 è..

SCOREGGIA ‘S PARTY !!

Cena Tradizionale

Maltagliati ai fagioli e cotiche in zuppa di “conditore” e crescia autoprodotta con erbe e patate strascinate.

Costo € 10,00 (sostenitore 15,00)

Posti limitati –  prenotazioni entro e non oltre il 22-3-12 al  393 91 20 418

A seguire il gassoso reggae di Dj Priori


Baldelli’s Expedition Rescue – blizzard 2012

Epoca tributa giustamente una speciale copertina del proprio periodico (a quanto il Times?) all’eroica impresa di soccorso compiuta dalla spedizione del valoroso sindaco hymalaiano Sindar Baldelli e dai  suoi tenaci sherpa. Una piccola comunità di aborigeni rimane isolata a Faeto di Monterolo (quota 6200 metri slm tra il K2 e il Kakenjonga ). Non restava che organizzare una spedizione di soccorso!! Il nostro sindaco ( lustratore di centri storici, inventore della woodstock del tartufo e  rinverditore dell’asse Roma – Berlino) arruolati i piu valenti alpinisti del <rolo’s moutain alpine club,  gente del calibro Antonio  Baldelli ( parete nord di Ferbole in solitaria, Fenigli cresta ovest in stile alpino) e Marta Orfei (a  Yosemity Valley la chiamano la donna di gelo) coadiuvati da una squadra di Sherpa della feroce tribù dei CaribeeNear che, al richiamo del sindaco, tosti lasciavano le loro armi etilometriche per impugnare la piccozza.

Fedele al motto di illustri antenati (noi tireremo diritto) la spedizione degli arditi ha aperto una temeraria nuova via sulla inviolata parete nord di Rolo’S Mountain e raggiungevano  i disperatati abitanti proprio mentre si stavano facendo uno spritz durante l’intervallo della partita di champions

 


Marche – Obbligo di dimora per attivista dei centri sociali

Marche – NoTav, libera la Valle, liberi tutti, subito!

Comunicati Centri Sociali Marche / Assemblea Permanente Movimenti Marche

26 / 1 / 2012

– Comunicato Centri Sociali delle Marche

Questa mattina, su ordine della Procura di Torino, è stata condotta da parte delle forze di polizia un’azione di natura repressiva in relazione alle mobilitazioni contro la realizzazione della linea ferroviaria Tav Torino-Lione del giugno e luglio scorsi, azione che ha colpito un attivista civitanovese della rete dei Centri Sociali delle Marche, raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora.

Consideriamo gravissimo quanto compiuto da parte della magistratura torinese attraverso l’adozione di provvedimenti di arresto e misure restrittive della libertà personale, che a sei mesi di distanza dagli eventi, tradiscono la loro natura intimidatoria.

Assistiamo ancora una volta al tentativo di trasferire forzatamente su un piano giudiziario e di ordine pubblico questioni di ordine politico e sociale decisive per la vita democratica del paese, come quelle rappresentate dal movimento NoTav nella battaglia contro la devastazione ambientale e a difesa dei beni comuni.

Respingeremo questo tentativo con la stessa determinazione che il popolo NoTav oppone alla militarizzazione della Val di Susa.

Liberi tutti. Liberi subito. A sarà dura!

Centri Sociali Marche

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Intervista a Angeletti Veronique sui 41 lincenziamenti alla ex Vainer di Serra Sant’Abbondio

(Prima parte)

(Seconda parte)

GLI ZOMBI INDUSTRIALI NEL CREPUSCOLO DEL “DISTRETTO” Il COLLASSO DEL CALZATURIFICO VAINER

Per qualche verso, l’ultimo atto della crisi dello storico marchio delle calzature Vainer (nei tempi d’oro poteva contare su una manovalanza di oltre mille operai su diversi stabilimenti in più regioni per oltre un milione di paia di scarpe prodotte), risulta paradigmatico del collasso del modello produttivo marchigiano, articolazione meridionale dell’incensato sistema industriale dei distretti tipico del nord est, polmone produttivo del paese. Un sistema che ha basato le proprie fortune non su una innovazione di prodotto ma su una applicazione particolarizzata, adattata alle situazioni geografiche sociali, di sistemi produttivi più adeguati al far east asiatico che alla quinta potenza industriale del globo. Capitalismo industrial-familiare innestato su un sistema bengalese di contoterzismo, bassi salari e frequente evasione fiscale e contributiva, assistenzialismo statale e bancario, endemica ipocapitalizzazione e scarsa propensione all’export. Una miriade di piccole-piccolissime imprese più abituate a fare “clan” che sistema. Una giungla imprenditoriale cresciuta all’ombra dei grandi marchi assistiti generosamente dallo stato il cui unico “core-businnes” era la raccolta delle briciole. Organizzazione che non ha retto allo shock competitivo portato diretto della globalizzazione: i “grandi” del mercato sono economicamente sopravvissuti esternalizzando dall’oriente europeo alla Cina, per gli altri è iniziata l’agonia.

Sarebbe ingeneroso parlare di copia incolla per il collassi industriali della regione. Non è corretto accostare la situazione della Best di Montefano all’agonia dell’impero della famiglia Merloni alle ruberie generalizzate dell’associazione a delinquere “Italfilter” con i selvaggi valzer di assetti proprietari della sentinate Vainer.

Come le facce di un icosaedro tutte queste crisi sono lo specchio variegato e multiforme di un sistema capitalistico rapace ed egoistico che, dopo aver cercato di annichilire la naturale propensione solidaristica tipica delle genti rurali e della montagna, ha fatto leva sui peggiori sentimenti sociali innescando meccanismi ora di lotta fratricida, ora di consociativismo becero e mafioso. Sistema economico che ha plasmato una intera classe politica (con il presidente della regione di diretta di discendenza dai desk dirigenziali del principale impero industriale locale e il vicepresidente, ex capo del personale dell’azienda del fratello) e ha piegato le organizzazioni sindacali a volte annientandole a volte acquisendole mediante privilegi e prebende. Tra le macerie del collasso decine di migliaia di lavoratori appesi ai rinnovi delle casse integrazioni, come gli antichi egiziani alle piene del Dio Nilo.

Nel nostro percorso politico verso una costruzione partecipata di un modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile vogliamo dedicare degli attimi di riflessione ad ogni piega di questo riassetto di poteri chiamato crisi. Oggi iniziamo il percorso d’inchiesta con questa nostra videointervista a Veronique Angeletti, giornalista e attenta osservatrice del nostro presente sulla ultima crisi dello stabilimento di calzature Vainer di Serra Sant’Abbondio (PU)


Le “Realtà Separate” di Baldelli e Aguzzi: Tra Castaneda e gli interessi elettorali.

A leggere con sguardo acuto i  fatti di cronaca di questo inizio anno ci sovviene subito l’opera dello scrittore americano. Vogliamo pensare  che le roboanti dichiarazioni del sindaco di Pergola e di quello di Fano, rispettivamente  sull’arresto di alcuni ragazzi pergolesi  perseguitati per l’uso di sostanze stupefacenti e sull’aggressione fascista in pieno centro a Fano,  siano frutto di quella  “follia controllata” che Castaneda  individuava come “strumento sensoriale del guerriero” per l’esplorazione della realtà.

 

Ci piacerebbe pensarlo. In realtà è solo lo sguardo  colpevolmente miope di due politici, fatto dal buco della serratura dei media,  attraverso il filtro di un interesse elettorale.  Baldelli vuole “curare” i ragazzi vittime della repressione poliziesca di capodanno, ragazzi caduti in una retata studiata per fini mediatici e di carriera da funzionari pubblici che, evidentemente, non avevano di meglio da fare  che dispiegare, addirittura, 60 nostri dipendenti alla caccia di “soliti noti”, già più volte inquisiti  e capro espiatorio  del fallimento dell’azione sociale pubblica e, non ultima, proprio del comune che amministra. Al di là dell’enfasi giornalistica della “penna,” piegata dalla potenza  dell’euro al servizio dei potenti di turno, i giudici hanno riconosciuto che sotto il vestito della notiziona, delle congratulazioni del sindaco, e delle belle foto in parata con tanto di etilometro in vista, c’era il nulla di qualche disadattato, che scambiava euro contro sballo per capodanno, ai giardini. E  infatti per nessuno c’e stato il carcere, ma solo i domiciliari.

Il disagio sociale, sindaco, non si cura con le aspirine: Continue reading